Cari lettori, proseguono i nostri Zuccherini estivi. Ci siamo concesse una toccata e fuga nella vicina Liguria, precisamente ad Alassio (piccola rampante colonia bielle-sota). E laggiù abbiamo incrociato un vero Vate. Il poeta della nostra epoca.
Di lui vogliamo parlare in questo post, per celebrare il suo genio poco riconosciuto. Se non dai bagnanti che affollano spiagge libere e stabilimenti balneari alassini. L'avrete colto: il nostro Vate vende cocchi di mestiere. Ebbene, lo chiameremo chiaramente Cocco Bello. Perché, se non l'abbiamo inquadrato di viso (eravamo placidamente spiaggiate per cogliere più raggi solari possibili...), la sua voce ci ha stregate.
Bellissima, potente. Come tutti i suoi colleghi, aspetta che ci si rilassi ben bene sulla battigia, intontiti dal caldo e dal frusciare delle onde; e - olèèèè - "Coccoooooo! Coccooooo belloooooo!". Chi non ha mai pensato di stenderlo in acqua, seguito a ruota da un, due, tre, quattro dei suoi cocchi? Siate sinceri, quasi tutti!
Invece, il Cocco Bello, poeta di Alassio, arriva sì con il suo motivetto irritante di presentazione (gli affari sono affari, come dargli torto!), ma subito dopo si rifà con le sue creazioni. Rime baciate e alessandrini di rara bellezza compositiva, che gli conferiscono un meritato premio.
Dovete sapere, infatti, che l'anno scorso a deliziare le nostre giornate in spiaggia, nell'amata Sardegna, ci aveva pensato, un venditore di marchingegni di legno simili a balestre. Anzi, a dirla tutta di balestre si trattava, che il ragazzo in questione sponsorizzava facendo leva sui pregiudizi itali-oti: "Balestre, balestre... Per fare fuori la suocera! Balestreeeee!". Ecco, ridemmo per almeno due giorni di seguito; poi, le lacrime sostituirono l'allegria all'aeroporto di Cagliari. Ma questa è un'altra storia.
Quest'anno, si è fatto avanti Mustafà che, sempre in Sardegna, si è lanciato in un ritornello fantasioso ma non troppo. Con retrogusto "padano": "Ciapa lì, ciapa là. Arriva Mustafà!". Mustafà vendeva palloni a prezzi esorbitanti, ma uno glielo abbiamo comprato. Ah, il potere delle rime!
Il vero genio ribelle del 2014 è, però, lui: Cocco Bello da Alassio. E sapete per quale ragione? Perché Cocco Bello propina ai possibili clienti l'esca del divertimento continuato, sfoderando motti a raffica. Volete sapere quali? A voi: "Coccoooo Bellooooo! Si mangia che è un piacere e dimagrisci il sedereeeee". "Coccoooo Bellooooo! Per lui, per lei, anche per i gay!". "Coccoooo, e diventi come Roccoooo" (Siffredi, è il caso di specificare?). "Coccoooo, lo mangi da mattina a sera senza dentieraaaaa".
Certo, le rime sono di dubbio gusto, dobbiamo ammetterlo. Apprezziamo, però, l'originalità dei componimenti. Con un po' di lima, Cocco Bello da Alassio farà strada. Almeno sulla battigia. E comunque lui è napoletano verace. Italiano. Se mai la poesia avesse bisogno di nazionalità, è la nostra. Che dire? Ci scappa un: "Cocco Bello, Cocco Duro; scegli quello, vai sicuro!". Diritti riservati.