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domenica 29 giugno 2014

Le bugie 2.0

 Chi di voi, in vita sua, non ha mai raccontato una bugia, per giustificarsi o uscire da una situazione imbarazzante? Ebbene, col passare degli anni, le tecniche della “bugia perfetta”(o anche solo credibile) si sono evolute. Va reso grande merito all’avvento di sempre più nuove tecnologie, le quali, se da una parte ci facilitano la vita, dall’altra parte ce la ingarbugliano, segnalando ad esempio con precisione dove siamo, con chi siamo, a che ora e bla bla bla. Insomma, stiamo parlando di vere e proprie armi di distruzione di massa, dove per massa intendiamo rapporti interpersonali e, in particolare, amorosi.
 

In molti sono caduti vittime del “visualizzato alle…” del messaggio privato su Facebook. Come di quell’inghippo, sempre su Facebook, che ti segnala costantemente on line (se si ha uno smartphone), spesso a causa soltanto di una errata impostazione. Ma l’arma segreta che, secondo noi di B B Blog, sicuramente viene usata anche dalla Cia è - udite udite!- la segnalazione dell’ultimo accesso, con dovizia di orario, su Whatsapp.

Lo saprete anche voi: chi non ha mai controllato l’ultimo accesso del proprio fidanzato o della propria fidanzata? Sicuramente tutti, e tutti lì - naso sullo schermo - a friggere di curiosità.

 Questa informazione dettagliata consente, infatti, di monitorare tempi e movimenti di una persona. Ed è qui che entra in ballo la bugia 2.0. Già, perché oggi, se se ne vuole raccontare una -di balla -, bisogna tenere conto di questi elementi che potrebbero contraddire la nostra versione della verità.

La persona che frequentate se ne esce con un “Ah sì? Ma che peccato, non ho visto quel messaggio”, oppure “Ah sì? Ma che peccato, non ho avuto il cellulare con me, per tutto il giorno”. (Ohibò, ultimo esemplare di homo sapiens capace di sopravvivere per 24 ore di fila facendo a meno della oramai diagnosticata digitazione compulsiva!). Senza pensare alla possibilità di essere facilmente sgamato, contravvenendo alla regola regina di tutte le bugie: mai contraddirsi e negare fino alla morte.

In questo caso, la brutta figura è garantita. Passare per bugiardi e un po’ ingenui non è granché bello, quindi nostri cari se proprio volete affidarvi a storielle degne di Pinocchio (incluse quelle bianche), soprattutto per giustificare le vostre mancanze, state attenti: ormai tutti possono sapere tutto di tutti, e senza neanche troppa fatica. Basta un semplice click. Tenetene conto e al massimo:
a) limitate particolari che potreste dimenticare;

b) ogni aspetto della bugia deve essere verosimile e allontanarsi il più possibile dal plot di una sceneggiatura di Steven Spielberg;

c) il telefono può essere più infido di una spia russa: svela a chi non vorreste se l’avete usato e quando.

Quindi, nel caso doveste proprio costruire un castello di bugie, cercate di fare uno sforzo mentale maggiore. Perché se le balle di una volta avevano le gambe corte, quelle 2.0 hanno sicuramente la connessione lunga.

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