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sabato 22 novembre 2014

E Preziosi "mandò l'intero Sociale all'Inferno"

E' dall'Inferno che vi scriviamo, cari i nostri lettori bi-utiful. Ci sono lingue di fuoco ovunque, che ritagliano la nostra figura, e la scaldano dentro, la sciolgono. Ne fanno una palla incandescente, viva è la parola giusta. Già, è dall'Inferno che vi scriviamo, ma non siamo morte. No, vi confessiamo, anzi, che non ci siamo mai sentite meglio! Sarà che, come si sente spesso dire in giro, all'Inferno capita di incontrare personaggi con i quali non ci si annoia mai, eternamente mai; fatto sta che, all'Inferno, ci siamo cadute con un signor compagno di viaggio, che di nome fa Alessandro e di cognome Preziosi. E, aspettate!, non siamo i soli, noi blogger di B B Blog e Preziosi, a crogiolarci nel fuoco amico: tra le fiamme dell'Inferno c'è finito un teatro intero, il Sociale Villani in un sol colpo. E tutti i presenti, tutti quelli che il teatro storico di Biella ha saputo contenere all'inaugurazione della stagione 2014-2015. Al "Don Giovanni" di Molière, diretto e interpretato da lui, Alessandro Preziosi.  
 
Sapete che si dice di Preziosi? Che è bellissimo. Volete sapere se è vero? No, non è vero: Preziosi non è l'attore che si tira appresso i "sei bellissimo!". E, infatti, al suo ultimo inchino di fronte a un pubblico in piedi e generoso di ovazione, non s'è preso neanche uno di quei complimenti che si riservano ai "bellissimi". No, dicevamo, Preziosi non è bello: è uno di quelli che ti mandano all'Inferno, come vi abbiamo anticipato, e che voi seguireste di corsa. Quindi, è più che bellissimo: sa mangiarti lo stomaco. Polverizza le farfalle che ci svolazzano, tonte, nel suo sacco. T'investe senza fiamma ossidrica, eppure con lo stesso getto.
 
Sapete, all'Inferno si sta bene. Anche se non è della terra perduta che tutti conoscono che stiamo scrivendo. C'è Inferno e Inferno: il nostro è tutto fuorché deposito di anime incorreggibili. Il nostro Inferno è la giusta fine che si merita il pubblico quando viene rapito da un grande attore. Con noi, mentre vi scriviamo, si trovano pensionati, mamme, settantenni e trentenni, studentesse e ragazzi. Tacchi, gonne a vita alta, Dr Martens, cravattine e teste rasate con ciuffi ribelli. Chi più ne ha più ne metta: insieme, persino, apparecchi e dentiere.
 
Tutti completamente abbrustoliti dalla parola che schiaccia come allegerisce, dalla risata che coinvolge come terrorizza, dal gesto che ferisce come consola. Preziosi e il suo Don Giovanni, sul palco del Sociale Villani di Biella, alla fine sono scomparsi tra le fiamme, così ha voluto Molière e chi prima di lui, puniti da Dio come conviene ai Senza Dio. Eppure, vuole la storia di un uomo che è più di un seduttore, c'è maggiore spiritualità nel messaggio del Don Juan che in un classico sermone della domenica.
 
L'Inferno in cui felicemente ci troviamo noi è assolutamente un toccasana, e ci piace aver constatato che quella del teatro è sempre più una moda, sempre più si diffonde e contagia giovani. Un po', certo, in questo caso lo si deve alla fama di un attore che di nome fa Alessandro e di cognome Preziosi; ma fosse anche soltanto per una sera, e poi un'altra chissà e un'altra ancora, che un sipario raccogliesse più interesse di un selfie - se cioè per una volta e più volte non si restasse proiettati su se stessi ma verso l'esterno, verso il Meraviglioso e la Cultura che ancora possono surriscaldare lo spirito in questo "mondo bip" di ghiaccio, allora davvero sarebbe una gran notizia. E sarebbe notizia da dare, al di là di uno scontato applauso lungo un quarto d'ora per meritata (altrettanto scontata) performance di sublime recitazione.
 
Che ci ha lasciato Alessandro Preziosi con il suo "Don Giovanni"? Ci ha mandati tutti all'Inferno, cari biellesi. E sentite, provate vi preghiamo!, quanto bene si sta... Aaahhh, il teatro!

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