Gente bi-utiful, quello che stiamo per raccontarvi oggi è uno spaccato di vita quotidiana biellese in senso stretto; infatti, la nostra "avventura" si svolge al mercato cittadino, un lunedì mattina qualunque. Bene, direte voi, e allora? Cominciamo, come sempre, per gradi: il lunedì, come molti di noi sanno, è un po' un giorno particolare per gli avventori del mercato: parecchi banchi arrivano da altre città e propongono occasioni spesso imperdibili, con riguardo ai prezzi come alla qualità dei capi.
Avrete intuito che la nostra "avventura" si svolge attorno a un banco di punta per l'abbigliamento. Non stupitevi, anzi lasciatevi aggiornare, nel caso ne foste all'oscuro: grandi firme come Twin Set e Naughty Dog o Cafè Noir sbarcano il lunedì mattina in piazza Falcone per deliziare quelle che, come noi, aspettano solo di addentrarsi tra le bancarelle e nasare "il grande affare".
Ed eccoci lì, dicevamo, al mercato. Impegnate a guardarci attorno, alla ricerca di ciò che fa per noi. Un banco, in particolare, cattura la nostra attenzione, ci fermiamo e incominciamo a curiosare tra la mercanzia esposta, notando con stupore che la qualità dei capi è veramente buona. La nostra "dea interiore" ci guarda indossando guantoni da boxe pronta a tutto pur di soddisfare il nostro impulso di shopping appena esploso. Qualcosa, però, ci blocca: la signora che gestisce il banco, nome in codice Therry, sembra tutta intenta a sistemare le grucce dei suoi capi più costosi, che ovviamente sono appesi con cura e in bella mostra, in un angolo. Così facendo, Therry ricrea una specie di privè, quasi fossimo in una boutique très chic.
Cerchiamo di attirare la sua attenzione porgendole domande sulle taglie o i colori, ma... niente!: lei semplicemente ci ignora ("O magari è sorda?", la scusiamo noi), perchè tutta presa a puntare la sua prossima vittima. Come un falco con la preda, Therry non perde il contatto visivo con un gruppetto di signore in cerca di qualcosa di carino (tanto quanto noi, vogliamo specificare) e, una volta pronta, hop! parte alla carica. Incomincia a lodare i suoi capi, come diano un tocco glamour a chi li indossa, si spreca in lusinghe del tipo "Cucciola, ma ti sta benissimo!". Tutto davanti a noi, che non possiamo non pensare: "Sarebbe in grado di dirlo anche se la cliente si fosse insalamata in un sacco della spazzatura!".
La scenetta del corteggiamento a fini di lucro ordita da Therry prosegue senza ritegno e, alla fine, culmina con una vera e propria sboronata: uno sconto di ben 10 euro perché, a detta di Therry, "Queste ragazze sono troppo carine, indipendenti e decise!". La strategia della venditrice ci fa un po' sorridere, lo ammettiamo: cosa si è disposti a fare pur di vendere?
Da fashioniste quali ci consideriamo, non possiamo tollerare la sfrontatezza con cui la signora ci ha ignorate bellamente, che ci fa sentire come delle poverelle che possono solo permettersi la merce più economica. Errore, Therry, ah che errore! Un "bello sbaglio" che ricorda un po' Pretty Woman, non trovate? Avete presente il nostro pezzullo sui saldi in centro?
Incitate alla danza maori dei guerrieri antichi, prendiamo atto che la signora non ci considera clienti appetibili e siamo, anzi, inevitabilmente relegate alla serie B, anche al mercato. Possibile? Siamo state sotto shock e mortificate per una buona metà mattina, finché la nostra penna peperina ci ha richiamate al blog per mettere fine al "corteggiamento a fini di lucro".
E qui vi avvertiamo, signore e signorine biellesi. Diffidate da Therry del mercato. Da quella venditrice che, con i suoi modi cafoni, ci ha fatte sentire a disagio. "Big Huge", cara Therry. Tu non hai fatto il tuo dovere, e il tuo interesse. Noi, inevitabilmente, ce ne siamo andate. Non avrai mai i nostri soldi. E non solo: non bastano delle grucce a fare una boutique e a tenere su la merce. Serve classe in generale, Therry; a te un vero muletto per sollevare il livello del tuo savoir faire. A big mistake. Huge, huge, huge!
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