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domenica 30 novembre 2014

Lui corre. Scalzo. Sotto la pioggia.

La foto pubblicata su Facebook
del Corridore Scalzo biellese
 Avete letto bene, cari lettori di B B Blog. La curiosità di oggi è un corridore, uno che la domenica mattina indossa maglietta e pantoloncini e, via!, fa rullare le gambe, che ci sia il sole o che - ed è il caso di questa giornata uggiosa di fine novembre - sulla sua testa zampillino gocce d'acqua a volontà.
 
Ma ciò che lo rende un caso unico, tra gli amanti della corsa biellesi che sono soliti sfidare freddo e talvolta pioggia pur di tenersi in forma come piace a loro, sta nel fatto che i suoi sono piedi nudi.
Esatto, il corridore di cui vi raccontiamo, che scorrazza deciso nel basso Biellese (a voi incrociarlo: sarà come vedere un magico unicorno!), procede scalzo.
 
Lui corre. Scalzo. Sotto la pioggia.
 
Su Facebook circola la sua foto, scattata da un automobilista di passaggio che l'unicorno, lui, l'ha voluto immortalare. E tanti altri confessano di averlo visto... Ora, la domanda che tutti si fanno non è tanto: "Chi è questo poeta dei chilometri?" (perché, diciamocelo, ci vuole coraggio e una bella fetta di libertà di spirito, per sfidare così le intemperie!). Ma: "Perché scalzo?".
 
Vorremmo davvero saperlo, addirittura più di cosa ci riserveranno le grandi griffe per l'autunno 2015! Se, però, il Corridore Scalzo facesse come una leggenda qualunque, che una volta sfatata perde il suo incanto? Se, poi, una volta conosciuto quest'uomo vigoroso come Usain Bolt e un po' asceta alla Siddharta non ci colpisse più?
 
Meglio che conservi il suo segreto, allora. Che faccia le sue apparizioni restando nell'anonimato e continui a regalare un istante di sorpresa a chi lo osserva passare, concentrato, sempre scalzo. E che vorrebbe - ah, se lo vorrebbe! - essere nei suoi panni, fuori da un paio di scarpe.
 
La poesia che ci regala assomiglia a una massima stra-usata attribuita a Gandhi, che Lui ha saputo fare propria: "La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia"Il nostro Corridore Scalzo balla, a modo suo. Splendidamente, umilmente a contatto con la terra. Sorridetegli, se lo incontrate.

domenica 23 novembre 2014

Natale secondo Tiffany...

Gente bi-utiful, potevamo noi di B B Blog esimerci dal mostrarvi uno degli spot natalizi, uscito appena tre giorni fa e già tra i più cliccati del momento? No, non potevamo. Non soltanto perché è molto tenero e commercialmente ben costruito, ma perché - anche se molti non possono ambire a regali tanto preziosi (per portafoglio, non per demerito) -, come ci ha insegnato Holly/Audrey Hepburn, da Tiffany si nasconde sempre la felicità. Anche se un pizzico. Anche se per poco.
 
 
 
Iniziate, quindi, a godervi l'atmosfera natalizia con noi! Guardiamo dalla stessa finestra queste meraviglie della gioielleria e ... affashioniamoci!  

sabato 22 novembre 2014

E Preziosi "mandò l'intero Sociale all'Inferno"

E' dall'Inferno che vi scriviamo, cari i nostri lettori bi-utiful. Ci sono lingue di fuoco ovunque, che ritagliano la nostra figura, e la scaldano dentro, la sciolgono. Ne fanno una palla incandescente, viva è la parola giusta. Già, è dall'Inferno che vi scriviamo, ma non siamo morte. No, vi confessiamo, anzi, che non ci siamo mai sentite meglio! Sarà che, come si sente spesso dire in giro, all'Inferno capita di incontrare personaggi con i quali non ci si annoia mai, eternamente mai; fatto sta che, all'Inferno, ci siamo cadute con un signor compagno di viaggio, che di nome fa Alessandro e di cognome Preziosi. E, aspettate!, non siamo i soli, noi blogger di B B Blog e Preziosi, a crogiolarci nel fuoco amico: tra le fiamme dell'Inferno c'è finito un teatro intero, il Sociale Villani in un sol colpo. E tutti i presenti, tutti quelli che il teatro storico di Biella ha saputo contenere all'inaugurazione della stagione 2014-2015. Al "Don Giovanni" di Molière, diretto e interpretato da lui, Alessandro Preziosi.  
 
Sapete che si dice di Preziosi? Che è bellissimo. Volete sapere se è vero? No, non è vero: Preziosi non è l'attore che si tira appresso i "sei bellissimo!". E, infatti, al suo ultimo inchino di fronte a un pubblico in piedi e generoso di ovazione, non s'è preso neanche uno di quei complimenti che si riservano ai "bellissimi". No, dicevamo, Preziosi non è bello: è uno di quelli che ti mandano all'Inferno, come vi abbiamo anticipato, e che voi seguireste di corsa. Quindi, è più che bellissimo: sa mangiarti lo stomaco. Polverizza le farfalle che ci svolazzano, tonte, nel suo sacco. T'investe senza fiamma ossidrica, eppure con lo stesso getto.
 
Sapete, all'Inferno si sta bene. Anche se non è della terra perduta che tutti conoscono che stiamo scrivendo. C'è Inferno e Inferno: il nostro è tutto fuorché deposito di anime incorreggibili. Il nostro Inferno è la giusta fine che si merita il pubblico quando viene rapito da un grande attore. Con noi, mentre vi scriviamo, si trovano pensionati, mamme, settantenni e trentenni, studentesse e ragazzi. Tacchi, gonne a vita alta, Dr Martens, cravattine e teste rasate con ciuffi ribelli. Chi più ne ha più ne metta: insieme, persino, apparecchi e dentiere.
 
Tutti completamente abbrustoliti dalla parola che schiaccia come allegerisce, dalla risata che coinvolge come terrorizza, dal gesto che ferisce come consola. Preziosi e il suo Don Giovanni, sul palco del Sociale Villani di Biella, alla fine sono scomparsi tra le fiamme, così ha voluto Molière e chi prima di lui, puniti da Dio come conviene ai Senza Dio. Eppure, vuole la storia di un uomo che è più di un seduttore, c'è maggiore spiritualità nel messaggio del Don Juan che in un classico sermone della domenica.
 
L'Inferno in cui felicemente ci troviamo noi è assolutamente un toccasana, e ci piace aver constatato che quella del teatro è sempre più una moda, sempre più si diffonde e contagia giovani. Un po', certo, in questo caso lo si deve alla fama di un attore che di nome fa Alessandro e di cognome Preziosi; ma fosse anche soltanto per una sera, e poi un'altra chissà e un'altra ancora, che un sipario raccogliesse più interesse di un selfie - se cioè per una volta e più volte non si restasse proiettati su se stessi ma verso l'esterno, verso il Meraviglioso e la Cultura che ancora possono surriscaldare lo spirito in questo "mondo bip" di ghiaccio, allora davvero sarebbe una gran notizia. E sarebbe notizia da dare, al di là di uno scontato applauso lungo un quarto d'ora per meritata (altrettanto scontata) performance di sublime recitazione.
 
Che ci ha lasciato Alessandro Preziosi con il suo "Don Giovanni"? Ci ha mandati tutti all'Inferno, cari biellesi. E sentite, provate vi preghiamo!, quanto bene si sta... Aaahhh, il teatro!

giovedì 20 novembre 2014

WOB: World Wild Bob

Beyoncé in... Wob
 Chiariamolo subito, cari lettori. Il "Bob" del titolo non è una persona in carne e ossa. No, Bob è l'inglese di caschetto, inteso come haircut ossia taglio di capelli. "World Wild Bob" è uno slogan che abbiamo coniato noi di B B Blog, perché si tratta di una moda che sta facendo il giro del mondo ed è assolutamente wild. Selvaggia. Naturale. Sbarazzina.
 
Di capelli e lunghezze avevamo già scritto, qualche post fa (ci barattavamo le barbone inguardabili e imbaciabili in circolazione nel Biellese: petizione qui!), annunciando il trend del taglio almeno sopra il seno o fino alle spalle. Ma, di sforbiciata in sforbiciata, il taglio nei salotti glam continua... E noi riferiamo.
Wob, dicevamo. Wob è la definizione che il resto del pianeta dà a questo taglio: il caschetto, che se ne sta appollaiato sulla testolina di tante signore e signorine dalla notte dei tempi. La novità, allora, dove sta?
 
Ma nella spolverata che gli è stata data, chiaramente! La moda, in fondo, segue la filosofica massima "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". E torna, più imbellettato che mai, aggiungiamo noi!
 
Imbellettato come? Bravi, buona domanda: il Wob del 2014 è rigorosamente wavy lob... Parlando come mangiamo, significa che, per averne uno sopra le tempie e ad altezza mascella, occorre non stirarsi i capelli, fino a farli spaghetti, e tantomeno ingellarli: il Wob di adesso vuole il carré OnDuLAtO e morbido
 
Insomma, niente caschettino ingessato... Scoprite il collo di cigno, care biellesi, e arricciate, muovete, frisettate le vostre "piume"!  
 

giovedì 13 novembre 2014

Tutte giù per terra!

 

"Se non sorridi e non sei positiva, non è un problema. Basta essere sexy". Avete letto bene, la massima nascosta sotto alla suola di quello spendido sandalo a tacco alto (foto)? Bene, adesso potete anche dimenticarvela, ragazze biellesi. D'ora in avanti, non sarà fuori moda soltanto lei - la massima coniata per le miss tutte smorfie, ma miss a ogni costo -, ma ciò che sponsorizza: i trampoli ai piedi.
Insomma, la maggior parte di voi ragazze se ne sarà accorta. Già quest'estate i tacchi alti hanno iniziato a restare chiusi nelle loro scatole impolverate. Niente plateau, niente caviglia in allungo. Tutte iniziavano a viaggiare su sandali piatti, zeppe al massimo, e, complice il clima pseudo-autunnale, dentro agli ormai celeberrimi biker boots. Ovvero gli stivaletti che arrivano a un terzo della gamba e, sorpresa delle sorprese!, sembrano donare anche alle meno slanciate.
Sono proprio loro, i biker boots con gli anfibi e le polacchine, ad aver sconvolto lo stile della vita mondana, anche a Biella. Ci avete fatto caso? Le giraffone su tacco 12 sono ormai mosche bianche. Tutte sfoggiano un look più sbarazzino, metropolitano. Come a dire: "Dopo anni di patimenti, vogliamo rilassarci, uscire di corsa, saltare come si deve, ballare sulle punte e sui talloni". Insomma, essere libere. Autonome. Assolutamente "easy".
Provate, come abbiamo fatto noi di B B Blog. Uscite il venerdì come il sabato sera e osservate ciò che si muove sotto le vostre ginocchia. Vedrete pochissimi tacchi. E, subito, sollevate il mento per guardarvi attorno, così scoprirete un'altra novità: in alto circolano più sorrisi, espressioni piene di positività. Quanto al sexy, raffinate i gusti ( ci rivolgiamo ai maschietti, biologicamente inchiodati all'equazione tacco:bella), perché sembra soffiare un vento di ribellione. Lo sentite? Sta arrivando... "Il tallone è mio e me lo gestisco io!".

domenica 9 novembre 2014

Se le impostore siamo noi!

Il Truffato (e capirete poi perché lo battezziamo così), per noi di B B Blog, è un amico, oltre che un grande creativo. La fantasia e il senso dell'umorismo non gli mancano, così, quando ci ha segnalato uno scherzetto che ha fatto il giro del Biellese, abbiamo pensato di farne un post.
 
Giusto perché lo scherzo comincia proprio da lì, ovunque e in insieme in nessun luogo ma quel che è sicuro è che si tratta di una catena di post. O meglio di status, i pensieri giornalieri, che Facebook permette di regalare ai propri contatti, insomma.
 
A dire il vero, anche noi di B B Blog siamo rimaste scottate dallo scherzo di cui vi racconteremo, e come tanti internauti ce la siamo vista brutta (per 1 secondo solo, eh, state tranquilli!)! Volete sapere di quale scherzo andiamo cianciando? Un passo indietro: l'altro giorno leggiamo, sullo status che condivide il nostro amico, di un debituccio mai saldato. Ecco qui:
 
"Un anno fa ho prestato 1000 Euro a questa persona. Quando gli servivano mi chiamava 10 volte al giorno, ed ora quando li chiedo indietro o non mi risponde o si inventa scuse sempre più assurde. Non ho bisogno di questi soldi, ma ora che sono sempre più convinto che non li avrò mai più indietro, mi vedo costretto a pubblicare questo post, così se lo conoscete e se ve li chiede anche a voi..
NON PRESTATE I SOLDI A QUESTO APPROFITTATORE PERCHE' NON LI AVRETE MAI INDIETRO!!! Que
sto è il suo profilo http://www.fb.com/profile.php?=75876879
N.B. Se non credete in voi stessi, come potete essere credibili con gli altri?
P.S. Non per tutti".
 
Caspita, un pensiero bello forte, una questione spinosa e sicuramente importante. Ma vediamo chi è quell'impostare - abbiamo pensato anche noi, notando il link a un simil profilo - che, bravo il nostro Truffato!, viene smascherato sulla pubblica Face-piazza. Clicchiamo, quindi,  sul profilo linkato e, machecavoloscrivenonèpossibilesonoscherzidafarequesti?, ci rendiamo conto che le impostore... siamo noi! Momento di panico. Scende il gelo che immobilizza. Scricchiola la nostra autostima. Il cervello, al contrario, frulla. Rewind delle malefatte in atto: zero. Rewind del livello di armonia tra noi e il nostro amico: molto buono. E allora?
 
Perché accusarci senza motivo? Scandagliamo i commenti allo status: sono di utenti terrorizzati e sollevati, proprio come noi. Allora - sospiro! - capiamo. Non è che un "maledetto" scherzo. Chiunque clicchi si trova faccia a faccia con il proprio profilo. E infatti tutto quadra e si spiegano il nota bene: "N.B. Se non credete in voi stessi, come potete essere credibili con gli altri?" e il post scriptum: "P.S. Non per tutti".
 
Eh sì, perché si tratta di uno status che crepa il cuore, all'inizio. Ma poi, ammettiamolo, un sorriso - di cuore, pure quello - ce lo strappa. In questi giorni, a proposito, le critiche non sono mancate: diversi giornali nazionali ne hanno parlato, sottolineando che i più suscettibili o chi la prende sul serio stanno minacciando querele agli "amici truffati". L'accusa è di calunnia.
 
A ognuno la sua visione delle cose. C'è qualcuno che la considera, invece, una bella lezione di moralità, dato che lo spavento aiuta a non voler incappare mai in una situazione del genere. Volendo non considerare il rischio che si esageri linkando profili espliciti di altri utenti, diciamo: Facebook sceriffo non ce l'eravamo ancora immaginate! E voi? ;)

Ciak! Si gira il "Cine-disturbatore!"

Può darsi che tanti di voi, cari lettori, non amino andare al cinema e preferiscano, invece, restare a casa propria a guardare un film in tv o in streaming. In quel caso, non potremmo darvi torto, perché è un'abitudine molto più comoda e poco impegnativa.
 
Chi come la bionda di B B Blog è, invece, un cine-addicted sarà senz'altro d'accordo con lei nel sostenere: "Volete paragonare al solito divano di casa il piacere di vedere sul grande schermo i nostri attori preferiti? E poi quel silenzio e il buio assoluto e le comode poltrone di velluto imbottite... Come potete farne a meno?". Anche questa è un'abitudine, forse tra le meno gettonate oggi. Ma che resiste, da buon vintage.
 
Bene, cari lettori bi-utiful, veniamo al dunque. Quello che vogliamo raccontarvi in questo post è ormai una prassi, nell'abitudine vintage di andare al cinema. Una maleducata prassi, per essere precise, che noi di B B Blog - pie discrete personcine affondate nell'imbottitura del velluto rosso e perse a naufragar tra i pollici dello schermo oversize di ogni cinema che si rispetti - proprio non tolleriamo e per la quale vogliamo protestare, ecco!
 
Assumete tutti un muso imbronciato. Così. Alzi la mano chi ha avuto a che fare, almeno una volta nella propria vita, con lui, il disturbatore seriale! Il classico tipo che credevamo fosse andato fuori moda e che, invece, è più attivo che mai.
Attivo, infatti, è la parola giusta. A molti sarà capitato di incontrarlo, a noi è proprio caduto tra capo e collo, mentre stavamo aspettando l'inizio di un bel film.
 
Al cinema. Perché proprio al cinema, posto inadatto per lui, si aggira il disturbatore seriale. Lì dove la sua azione, altamente tecnologica, più spicca. E anche spicca è il verbo adatto a questo racconto.
 
Ma andiamo con ordine. Scena tipica: siamo in sala e guardiamo con noncuranza  i trailer che ci vengono proposti. Lo sentiamo la prima volta, e non ci facciamo caso. Lo risentiamo, e inizia il fastidio. Lo sentiamo ancora, e sale il nervoso: è un rumore che si fa sempre più insistente, come  quello di  una macchina da scrivere impazzita, e così ne  cerchiamo la fonte attivando il nostro radar multiuso (quest'estate è servito ad altro, ricordate gli occhiali fluo per miraggi assicurati?).
 
Scannerizziamo la sala e finalmente inquadriamo colui/colei che, a fianco a noi, scrive pressando in tutta concentrazione il touch screen del suo cellulare (il nostro non ha campo e il suo sì, chissà poi per quale motivo, mah!). E fregandosene del disturbo e dell'irritazione che fa serpeggiare tra gli altri presenti, noi in particolare. Il nervosismo, di cui scrivevamo prima, inizia a invadere  i nostri corpicini ma, visto che siamo ragazze new age ricorriamo alla respirazione profonda, alla ricerca della calma interiore.
 
"Starà scrivendo: 'Inizia il film, spengo il cellulare. A dopo'", vogliamo credere.
 
Chiaramente, no. Mantenere la calma è più facile a dirsi che a farsi. Le cose sembrano per un momento migliorare, le luci si spengono e finalmente il film comincia: "Oh, con noi s'è tranquillizzato pure il digitatore cafone... Godiamoci la visione...". Peccato che dopo soli 15 minuti la nostra vista viene distratta da un bagliore. Ed è un bagliore che non proviene dallo schermo del cinema. Trasaliamo:
 
"No, non può essere. Sarà ancora lui  che, impenitente, si mette a guardare il telefonino, nel buio della sala?". Certo che è lui. Fa luce una volta, buio. Due volte, poi buio. Tre volte, poi buio. 
 
"Ma cosa sta aspettando, l’estrazione del Superenalotto? Questo è davvero troppo! Avremmo voluto farglielo mangiare, quel maledetto cellulare, anche perché una volta passi ma vedere un film con le luci a intermittenza del suo aggeggio telefonico è impresa per mastodontico-cerebro-attrezzati, ai quali noi non ci sentiamo e non vogliamo appartenere!
 
Quindi, non molliamo: il film va visto come piace a noi. Al momento dell’intervallo ci alziamo per zampettare in un’altra fila. Non senza lanciare un'occhiataccia all'ex vicino/vicina, che nella nostra mente avremmo decapitato con una katana, intutate in stile Kill Bill (il colore ocra è il must dell'autunno inverno 2014, l'avete notato, no?). 
Solo allora, caro il nostro disturbatore seriale, nell'istante in cui avresti alzato i tuoi occhi arrossati dal cellulare per focalizzare la katana balenante sopra di te e ti fossi reso conto di essere al cinema - ohperbacco!- e non sul divano di casa, dove ti è concesso di disturbare tutti e, se tutti non ci sono, anche soltanto te stesso, ecco solo allora avresti capito. La fortuna, però, gira a tuo favore: avremmo voluto decapitarti, dicevamo. Noi di B B Blog siamo per la non violenza.
E come dice Bill: "La ragione per cui non lo faremo è perché questo ci farebbe cadere in basso". 
Attento, comunque. Che prima o poi , dall'alto, un bell'improperio lo riceverei. E sarà più ticchettante, rumoroso, insistente, sfolgorante del tuo tac selvatico. Ka- ta- na!

Ps: in questo amaro Zuccherino raccontiamo di un vicino/vicina, perché i disturbatori in cui siamo incappati sono più d'uno, per più sere, d'ambo i sessi!

Alla Rivetti si gira il remake di "Laguna blu"!

L'effetto Laguna Blu,
di cui parliamo nel post!
 Ve lo ricordate? "Laguna blu" è stato un film culto, che non è mai passato di moda. Nel senso che, ovunque noi siamo, ancora oggi una determinata situazione ci fa riaffiorare alla mente scene o atmosfere che infarcivano "Laguna blu" di zucchero, taaaanto zucchero, e bei posti. E, poi, di acqua, acqua, acqua. Taaanta acqua!
 
Ebbene, chi avrebbe immaginato che anche la Rivetti ci riaprisse un cassettino della memoria? E che la sua vasca - stracolma di bambini sgambettanti, ragazzi pinne-dotati e signore o fanciulle armate di cavigliere  di spugna pronte a tutto per mantenersi in forma -, sì proprio la vasca della piscina Rivetti di Biella, non solo ricordasse ma si travestisse da "Laguna Blu"?
 
Signori e signore, è successo. Ma che diciamo, continua a succedere. Succede che, da un paio di settimane, alla piscina comunale è proposto un vero e proprio spettacolo. Le luci della struttura olimpionica  vengono spente ogni venerdì sera, dalle 19.45 alle 21. Al loro posto restano sfarfallanti quelle subacquee! La foto, anche se non è della vasca in questione, rende bene l'idea.
Immaginatevi la scena: vasca gremita, urla, fischietti, musica, lo splash dei tuffi e gli sciaf delle bracciate. Noi di B B Blog dentro, tutte intente a compiere la nostra missione personale (un'adrenalinica lezione di aquagym della Libertas Nuoto Biella), fuori acqua a secchiate. La nostra seduta di fitness acquatico dura ben 60 minuti, a differenza dei corsi proposti dalle altre società sportive. Un "allungo" che ci costa fatica, ma dobbiamo ammetterlo, ci ha permesso di godere di questo travestimento in notturna.
Dicevamo, noi di B B Blog ci muoviamo, muoviamo, muoviamo in acqua; quando all'improvviso, cala il buio. "Cosa succede?", "Sarà saltata la corrente?". Resta la musica, che ci dà ritmo, a riempire l'aria, poi via di fischi. E invece, nuotatori di poca fede, tac!: la Rivetti cambia colore, proprio come se fossimo in un centro benessere. Le increspature si muovono sul verdeacqua, gli spruzzi sono più trasparenti del trasparente. "Mai vista la Rivetti così bella, chi la vede per la prima volta perde la parola!" (tranne noi, che comunque troviamo parole anche per scrivere, imperterrite!).
Da quel venerdì, il momento dello stretching, accompagnato da una musica iperrilassante, ci sta facendo concludere in maniera inaspettata le nostre lezioni di acquagym. Mancavano soltanto i cocktail a bordo vasca, e sarebbe stato un vero e proprio paradiso!
Che dite, siete curiosi di andare a vedere per credere? Fatelo, sappiate però che la bella trovata non è esente da critiche, soprattutto perché a quell'ora si svolgono ancora i corsi di nuoto e gli allenatori, da bordo vasca, faticano a seguire gli atleti… Bisognerebbe dotarli di un caschetto con torcia incorporata, stile minatore, per poter svolgere al meglio il loro lavoro, azzardiamo noi… Eventualità che ha una sfumatura senza dubbio divertente, anche se assolutamente impraticabile. In più a noi di B B Blog è sorto un dubbio: come faranno i bagnini a  soccorrere qualcuno in difficoltà, a localizzarlo in meno tempo possibile, tra le ombre della "Laguna Blu"? I secondi, a volte, sono preziosi.
Insomma, cari lettori, chissà quanto durerà l’iniziativa  visto che le lamentele degli “addetti ai lavori” si stanno facendo sempre più insistenti. Vi invitiamo, se volete gustarvi il paradiso subacqueo, a decidere in fretta. Che le cose belle, diceva qualcuno, finiscono subito.
Ma anche no, speriamo noi. E, nel frattempo, continuiamo a goderci la nostra lezione “a lume di candela”.

giovedì 6 novembre 2014

Whatsapp, cambi nome? Colpa della nuova spunta per i messaggi "letti"!

 Eccola, ci siamo! Snella, giusto due baffetti, e colorata: da grigia passa ad azzurra nel momento saliente, cioè il momento della verità. La fucilata di secondo, nella quale il destinatario del nostro messaggio presta attenzione a noi, dall'altra parte del muretto di Whatsapp, e sceglie: o ci considera, rispondendo, o ci snobba, lasciandoci in balia della spunta azzurra.
 
Biellesi, ve ne siete accorti? La spunta di Whatsapp si è aggiornata: finalmente ci segnala se i nostri messaggi sono stati letti. Gulp, che ve ne pare? Che la pace dei giorni nostri è - possiamo annunciare la diagnosi - terminata.
 
Rivoluzione tanto attesa, la spuntaccia: da tempo ci si sgolava per far capire che i due baffetti in basso a destra non facevano che segnalare l’avvenuto invio del messaggio ai server dell’app (prima spunta) e del fatto che il destinatario lo avesse ricevuto (seconda spunta). Ma non letto.
 
E invece, cari lettori, è tempo di trasparenza, sembra voler significare la novità! E sapete a chi abbiamo pensato subito, noi di B B Blog? A Lei, che sognava ben altro per Whatsapp, ve lo ricordate? Se no, leggete qui!
 
Adesso, dovrebbero proprio scriverlo come preghiera o raccomandazione: uso moderato dell'app. Un po' come si fa con i medicinali. Temporeggiare non è più concesso, aspettare tanto meno: questa spunta è muta, ma parla persino troppo, non pensate anche voi?
 
Dov'è finita la privacy? Dove la calma? Già immaginiamo il folto mondo che si crogiola su un messaggio, mentre il resto arranca in giustificazioni improbabili.
 
"Risponde? Perché, se l'ha letto, non mi considera? Che starà facendo? Cosa vuole dirmi?".
 
Ci seiiiiii? Ci seiiii? Non rispondi???? 
 
"Nooo, adesso sa che l'ho letto, come faccio? Devo scrivere, cosa scrivo? Quanti secondi ho per scrivere?".
 
Sarà inevitabile: Whatsapp finirà per cambiare nome. Per tutti, chi in attesa e chi in finto esilio. Chi col cuore a mille dall'agitazione e chi col cuore intrippato dal nervoso. D'ora in avanti, credeteci, chiamatela WhatsArgh!