Non sentite un leggero soffio al cuore? Su internet serpeggia l'allarme generale: oddio, Facebook chiuderà Whatsapp? L'ha comprato per farlo fuori, e ci propinerà la sua app Messenger? "State tranquilli", si infastidisce Lei. "Tanto ne stiamo avendo più fregature che altro, da Whatsapp...".
Eh beh, non possiamo darle torto. Perché mentre una di noi di B B Blog era chiusa nel camerino di un negozio a provarsi un nuovo paio di leggings (e tirava, tirava, facendosi su come il segno dell'infinito...), l'altra distrattamente è incappata nello sfogo di altre due clienti. Lei, quella che proprio non sopporta Whatsapp, una volta era una normale fruitrice del servizio: normale nel senso che controllava il cellulare ogni dieci minuti circa, cambiava foto ogni mese, si intratteneva per tutta la giornata chattando con amici e flirt. Credendo che Whatsapp fosse dalla sua parte (Gli asini volano, sai?)
Invece, - tuoni un organo! - è stata tradita. Bè, non proprio: mentre nel camerino si consumava la lotta contro il leggings indomabile (poi domato), il racconto si faceva sempre più intenso. Ha per protagonisti Lei, Lui il Paccaro, e quello che in gergo viene chiamato "bidone". La storia è semplice: Lei e il Paccaro si scrivono per settimane, non si sono mai visti ma conosciuti tramite Facebook. Studiano entrambi all'Università, hanno argomenti da condividere. Si capiscono, il maschio le appare illuminato rispetto alle lampadine fulminate che ombreggiano in giro. Finalmente scatta l'appuntamento, dalle modalità per noi oscure (il leggings calzato doveva essere mostrato, capirete...). La fine della storia, però, non ce la siamo persa: Lui non si è presentato. O meglio, per tutta la giornata è sparito, non l'ha cercata. La poverina ha aspettato invano conferma e, masochismo o buona educazione?, si è presentata sul posto all'ora concordata, ma del Paccaro nessuna traccia.
A questo punto, entra in gioco Whatsapp. "Si è collegato diverse volte, e non ha pensato neanche di scrivermi una balla, cioè che non poteva più vedermi? Quando mi contattava a tutte le ore?". Eh sì, alla cassa mentre il leggings veniva imbustato sotto il sorriso compiaciuto della commessa, abbiamo - noi di B B Blog - elaborato lo stesso pensiero: ci si sta attaccati minuto per minuto, ma non si è mai così distanti. Succedeva così anche ai tempi degli sms, ma quegli sms si pagavano e venivano centellinati. Almeno non si abusava di una comunicazione inutile, eppure pressante. Il Paccaro scriveva a Lei per riempire il tempo, perché scrivere su Whatsapp è una necessità. Sentire il suono di un messaggio ricevuto diventa un ritornello che - guai! - se manca, ci annoda lo stomaco. E allora, presi dal panico e digitazione compulsiva, vai! scriviamo al primo/ alla prima che ci viene in mente.
Stoooop, cara Lei. Mentre uscivamo, la ragazza chiedeva all'amica: "Devo scrivergli che è uno... (bip!)?". Speriamo l'amica abbia risposto con un categorico N.O. Tanto il Paccaro altri Pacchi serenamente donerà (trullallero...). Lei, però, potrà non farsi fregare un'altra volta da Whatsapp. Guardati bene, cara Lei, da quel "visualizzato" che non ha risposta. Perché "vince chi è on line e non risponde". Chiamasi maleducazione sentimentale, che è la nuova faccia tecnologica del "bidone virtuale".
Noi di B B Blog le whatsappiamo un consiglio, quando non saprà se affidarsi ai messaggini emoticanti (se assunti con cautela, non sono nocivi, dai!):
1) Scegliamo foto esistente
2) Inviamo a Lei: