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lunedì 30 giugno 2014

La Biella che va in bianco

Una Parigi in bianco!
Sì, avete letto bene, lettori di B B Blog. C’è una Biella che, uno dei prossimi sabati di luglio (ci è stato chiesto di non rivelare la data esatta, perdonateci!), andrà in bianco. E non sarà in una circostanza intima, ma pubblica. Si tratta, infatti, di un evento di richiamo internazionale che ha sfondato anche in Italia, in particolare a Roma e nella vicina Torino.
 
Avete capito: nel titolo abbiamo giocato sul doppio senso. Ma, credete a noi, una volta che vi avremo anticipato cosa si sta architettando nella nostra piccola città (a volte ricca di sorprese), siamo sicure che la cosa vi metterà curiosità. E che penserete: ma io un vestito bianco ce l’ho? E un tavolo? E una tovaglia bianca? E delle candele bianche?
 “Bianco” è la parola-chiave, se vogliamo raccontarvi del Biella White Dinner, che animerà per la prima volta una delle serate del luglio biellese. Altrimenti nota come Cena in Bianco, l’idea ha tra i vari organizzatori anche quelli della famosa Caccia al Tesoro con degustazione alcolica, che ogni anno da ben 7 anni raccoglie adesioni e consensi. Una buona premessa anche per la Cena in Bianco, quindi.
Ma in cosa consisterà? Tenetevi pronti perché sulla pagina Facebook di Biella White Dinner verrà svelata anche la location, che noi conosciamo ma non possiamo rivelare. Siccome, però, non stiamo nella pelle ci lasciamo sfuggire che sarà all’aperto, in un luogo simbolo della città. Data e orario sono ufficiali: sabato 19 luglio, ore 20.
 
Cena in bianco a Torino (2012)
Lo scopo? Coinvolgere sotto il segno della convivialità più persone possibili. Sbirciando la pagina Fb, abbiamo notato che i “mi piace” sono già quasi 600! Staremo a vedere in quanti si presenteranno.
 
Quello che ci stuzzica della Cena in Bianco, cari lettori, sono le sue regole. E questo la rende un evento davvero modaiolo (ufficialmente è chiamata Unconventional Dinner, e di anticonvenzionale ha parecchio oggigiorno: educazione, estetica, eleganza ed etica!). Alla base, c’è il bianco, in quanto colore che ricorda la purezza. E 5 sono le regole che i partecipanti dovranno seguire:
 
1) Il dress code è total white: dovrete partecipare vestiti completamente di bianco;
2) Niente carta e niente plastica: dovrete portarvi da casa piatti di ceramica bianca, bicchieri di vetro, tovagliolo di stoffa e posate di metallo;
3) Tavoli rettangolari o quadrati: anche i tavoli e le sedie dovranno essere vostri e si incastreranno a creare tra loro una serpentina sul suolo pubblico;
4) Fiori e candele: dettagli per abbellire il tavolo sono ben accetti;
5) Bisogna cucinarsi il cibo da casa, e ricordate: niente prenotazioni da far giungere sul posto!
 
Allora, siete anche voi dell’umore per una cena particolare come questa? Ricordate di non arrivare troppo presto o in ritardo. Lo start sarà lo stesso per tutti, si apparecchierà insieme e insieme si brinderà all’evento. Così come insieme ci si saluterà e si ripulirà la location, per non lasciare traccia di bianco.
 La partecipazione è gratuita, basta iscriversi con una una e-mail a biellawhitedinner@gmail.com, fornendo nome e cognome di ogni partecipante (se siete un gruppo basta una e-mail cumulativa). Le iscrizioni chiuderanno alla mezzanotte del 17 luglio. Lo staff è composto da un gruppo di persone che lavoreranno come volontari e hanno un nome ad hoc: white angels, angeli bianchi. Quindi, bisogna fare la propria parte, biellesi: esserci! Forza, andiamo tutti in bianco. E non preoccupatevi: è solo questione di doppio senso! ;)

domenica 29 giugno 2014

Le bugie 2.0

 Chi di voi, in vita sua, non ha mai raccontato una bugia, per giustificarsi o uscire da una situazione imbarazzante? Ebbene, col passare degli anni, le tecniche della “bugia perfetta”(o anche solo credibile) si sono evolute. Va reso grande merito all’avvento di sempre più nuove tecnologie, le quali, se da una parte ci facilitano la vita, dall’altra parte ce la ingarbugliano, segnalando ad esempio con precisione dove siamo, con chi siamo, a che ora e bla bla bla. Insomma, stiamo parlando di vere e proprie armi di distruzione di massa, dove per massa intendiamo rapporti interpersonali e, in particolare, amorosi.
 

In molti sono caduti vittime del “visualizzato alle…” del messaggio privato su Facebook. Come di quell’inghippo, sempre su Facebook, che ti segnala costantemente on line (se si ha uno smartphone), spesso a causa soltanto di una errata impostazione. Ma l’arma segreta che, secondo noi di B B Blog, sicuramente viene usata anche dalla Cia è - udite udite!- la segnalazione dell’ultimo accesso, con dovizia di orario, su Whatsapp.

Lo saprete anche voi: chi non ha mai controllato l’ultimo accesso del proprio fidanzato o della propria fidanzata? Sicuramente tutti, e tutti lì - naso sullo schermo - a friggere di curiosità.

 Questa informazione dettagliata consente, infatti, di monitorare tempi e movimenti di una persona. Ed è qui che entra in ballo la bugia 2.0. Già, perché oggi, se se ne vuole raccontare una -di balla -, bisogna tenere conto di questi elementi che potrebbero contraddire la nostra versione della verità.

La persona che frequentate se ne esce con un “Ah sì? Ma che peccato, non ho visto quel messaggio”, oppure “Ah sì? Ma che peccato, non ho avuto il cellulare con me, per tutto il giorno”. (Ohibò, ultimo esemplare di homo sapiens capace di sopravvivere per 24 ore di fila facendo a meno della oramai diagnosticata digitazione compulsiva!). Senza pensare alla possibilità di essere facilmente sgamato, contravvenendo alla regola regina di tutte le bugie: mai contraddirsi e negare fino alla morte.

In questo caso, la brutta figura è garantita. Passare per bugiardi e un po’ ingenui non è granché bello, quindi nostri cari se proprio volete affidarvi a storielle degne di Pinocchio (incluse quelle bianche), soprattutto per giustificare le vostre mancanze, state attenti: ormai tutti possono sapere tutto di tutti, e senza neanche troppa fatica. Basta un semplice click. Tenetene conto e al massimo:
a) limitate particolari che potreste dimenticare;

b) ogni aspetto della bugia deve essere verosimile e allontanarsi il più possibile dal plot di una sceneggiatura di Steven Spielberg;

c) il telefono può essere più infido di una spia russa: svela a chi non vorreste se l’avete usato e quando.

Quindi, nel caso doveste proprio costruire un castello di bugie, cercate di fare uno sforzo mentale maggiore. Perché se le balle di una volta avevano le gambe corte, quelle 2.0 hanno sicuramente la connessione lunga.

giovedì 26 giugno 2014

Biellesi sbattuti sui "giornali": è Pinibook!

Uno dei modelli di articolo satirico
su Pinibook
  Ve ne siete accorti anche voi? I biellesi stanno finendo in massa sui "giornali". E per notizie a dir poco incredibili: chi fa “20 chili di cacca” al giorno, chi diventa promotore di erotismo, chi si attesta campione di rutti. E poi ci sono ragazze alle quali hanno pignorato le tette, o improponibili vincitori del Nobel, solo per aver salvato… una formica.
Si tratta di articoli, corredati con tanto di foto e nome e cognome dei protagonisti. O meglio dei malcapitati. Sì, perché - come potete intuire, gente bi-utiful - si tratta di notizie false e tendenziose. Che vengono sadicamente fatte circolare on line, postate su Facebook, condivise da amici che, più dei parenti, finiscono col mostrarsi serpenti.
Dunque, non stupitevi se domani vostro cugino sarà autore di un’azzuffata amorosa con un piccione. Così vuole Pinibook. Avete letto bene: se sotto alla notizia esilarante compare la scritta Pinibook, potrete tirare un sospiro di sollievo. E farvi una risata!

Ma di cosa si tratta? Pinibook si descrive come il “primo scherzo sociale al mondo, nato per divertire gli utenti del web”. E infatti si tratta di uno scherzo che, in queste ore, sta raggelando chi ancora non lo conosce. Che ha fatto mio fratello? Di cosa sono incolpato io?
Dai social network, i nostri contatti possono selezionarci come “vittima”. Compilare l’apposito form, scegliendo in quale scherzetto farci cadere, e subito condividere in Rete.
Per ora su Facebook sono soltanto 600 i “mi piace” raggiunti da Pinibook, ma questa moda del sorrisetto a denti stretti sta prendendo piede. Noi abbiamo già intercettato, in poche ore, almeno 4 vittime biellesi, con relativi articoli da presa in giro.

Aspettatevi il "peggio", cari lettori. E guardatevi dagli “amici”. Possiamo consolarvi premettendo che i casi ridicoli contemplati sul sito, al momento, sono davvero risicati: giusto poco più di quelli che vi abbiamo elencato nell’attacco di questo post. Pinibook: puoi fare di meglio (o anche no, dicono i paurosi!). Siete sulle spine? Anche noi. Soprattutto perché non vorremmo che, un bel giorno, si scrivesse che la bionda e la mora di B B Blog, moda-sensibili, sono in realtà... -mmm, vediamo...- daltoniche. Ma Nooo, ve lo assicuriamo: possiamo accostare al meglio i colori, proprio come si addicono. :P

E ci vediamo anche lungo: Pinibook è in circolazione, vi avvertiamo, e farà strada! Da qui a una, due settimane al massimo. Se non aumentano le idee per gli scherzi, stilosamente parlando, entrerà di diritto nel vintage. Consigliamo un rinnovo di vetrina! Dolcetto (Zuccherino, diremmo noi) o scherzetto?! 

sabato 21 giugno 2014

Giarrettiera sì... Pedalando!

Catena da bicicletta
 Ma tu guarda se una giornata di pioggia ci può ispirare a tal punto da farci scoprire una chicca fashion dell'aerodinamica! Succede, gente bi-utiful. E tutto è partito da un (semplice banalissimo e tremendamente brutto) sacchetto di plastica. Sì, una bustina della spesa trasparente usata come cappuccio da una temeraria ciclista, sotto la pioggia dell'altro giorno.
 
Attirate da quel completo diversamente appropriato, siamo scoppiate in una considerazione preoccupata: "Ragazza, ma un impermeabile apposta lo vendono; sai? Come si può, come si fa nel 2014 a ricorrere a mezzucci fuori moda e fuori gusto? In quel sacchetto ci avrai portato a casa i pomodori ciliegini e la mozzarella di bufala campana: e tu, ti ci fai su?!".
 
Così abbiamo voluto approfondire cosa ci offre la Rete. E abbiamo trovato un sito di abbigliamento sportivo per gli amanti della bicicletta davvero modaiolo. Su mybicyclette.it, materialmente sito in Torino tra l'altro, si trova infatti una sezione dedicata esclusivamente, per dirla a parole loro, a The Fashionista's Choice. Insomma, andare in bici non significa mascherarsi da fantasmino dell'Opera. Può anche voler dire avere un certo stile.
 
Campanelli Crane
Volete alcuni esempi? Eccoli. Ci sono piaciuti i caschetti, ad esempio. Da quello fiorato per donna a quello a pois per bambine o con la bandiera inglese per i maschietti (14,95 euro). Quelli con tanto di corona sulla calotta da Principe Ranocchio sono sui 9 euro circa. Così come ci è piaciuta la possibilità di personalizzare il proprio mezzo, ordinando sul sito un kit (Fix YourBike) di pellicola decorata a piacere: dal mimetico al quadrettato al "formicato" (dateci un'occhiata!). La pellicola adesiva dura intorno ai 5 anni, si può rimuovere dal telaio facilmente senza rovinare l'originaria verniciatura: il tutto a 49 euro.   
 
Giarrettiera da bicicletta
 per gonna
E vogliamo parlare della artistica catena Kotori, contro i ladri di biciclette? Assolutamente particolare, euro 24. Fino ai salva pantaloni (15 euro), al porta vino per chi a una cenetta va su due ruote e vuol risparmiarsi tanti splash (42 euro), ai campanelli Crane decorati a mano in stile giapponese (29 euro). Ma è lei, che ingenuamente forse scopriamo con eccitazione mai provata, il vero pezzo forte: la giarrettiera da bici.
 
Avete capito bene: la giarrettiera da bici. Basta gonne svolazzanti che creano imbarazzanti siparietti. Le possiamo tenere a bada, signore e signorine. 12 euro di comodità. Si tratta di bande elastiche dotate di clip da fermare alla gamba. Ognuna è fatta a mano, per taglie diverse: dai 38 cm in giù taglia S; dai 38 cm ai 43 cm taglia M e, infine, dai 43 cm in su taglia L. Forza, prendete con noi le misure!
 
E, ancora una cosa, glielo dite voi alla ciclista "insacchettata" cosa si sta perdendo?! ;)

lunedì 16 giugno 2014

L'intimo "da spiaggia", per lui e per lei

 Cari lettori di B B Blog, vi confessiamo che eravamo titubanti sul fatto di pubblicare le foto che state vedendo in questo post. Tuttavia, l'orrore e lo sconvolgimento erano tanto ingombranti che abbiamo dovuto trovare sfogo prendendo in mano la tastiera.
 
Ebbene sì, gli occhi strabuzzano e un grande punto esclamativo illuminato a intermittenza lampeggia sulla vostra fronte (che sia di approvazione o sgomento non vogliamo sapere!). Pare proprio che in spiaggia se ne stiano vedendo delle belle. Sicure che i biellesi, per la maggior parte, si asterranno dal praticare questa nuova chiaccheratissima attività, altrimenti ribattezzata da noi "l'intimo da spiaggia", boicottiamo le nuove tendenze più becere con questo acidissimo Zuccherino!
 
Forza. Ci vuole tenacia nell'iniziare a raccontare di lui, il perizoma a laccio o G- String Thong. Il gemello della versione femminile che in Italia è stata fatta conoscere alla massa da Belén Rodriguez, quando l'argentina calcò la scena con la farfallina tatuata sull'inguine in bella vista. Erano bei tempi, osiamo commentare adesso noi; perché ciò che ne sta seguendo rischia di scaraventarci nelle viscere della Terra. Dove di "hot" troveremo ben altro.
 
In sè, il perizoma a laccio non ha colpa. Lanciato da brand specializzati in moda sexy per uomo, questa primavera veniva presentato come un capo ad altissima attrativa erotica.Un intimo per incontri caldi, insomma. E fin lì, ognuno a casa sua s'addobbi come gli pare e piace. Finché alcuni ometti di dubbia classe hanno pensato di appenderselo ai genitali, a culetto scoperto, anche in spiaggia? Certo che no, le aziende produttrici hanno pensato bene di rilanciarlo per l'estate: così, il perizoma a laccio è entrato ufficilamente nella moda mare 2014. E via di fotografie!
 
Cari boxer, cari slip. Caro sano nudo naturale, a questo punto. Non siete i soli ai quali sono state fatte le scarpe. Anche i costumi da donna, infatti, stanno rovinando nel vuoto del vuoto... Nel senso stretto del termine, perché a furia di tagliuzzare e bucare e sfilare, i modelli di "intimo da spiaggia" femminili si sono ridotti a quelli in foto. Capezzoli coprenti e genitali evidenzianti. Si tratta della degenerazione dei modelli "cut out", tutti fili, triangoli vuoti e laccetti.
 
La domanda sorge spontanea un po' a tutti: passi per la versione maschile, ma quella femminile che abbronzatura propone? Sarete a prova di griglia da barbecue o trama di zanzariera. Oltre che di decenza. Ma entrambe - abbronzatura e decenza - sono perse in partenza; quindi, rivestiamoci in riva al mare e, se non avete idee, ecco un nostro passato post su veri costumi e bikini 2014!    

domenica 15 giugno 2014

Gemelli diversi, per uomini di polso!

Gemelli Alexander McQueen
Ci avete mai fatto caso? Un uomo con al polso un paio di gemelli assume rispettabilità quasi honoris causa. Ebbene, gente di B B Blog, i famosi gemelli, simbolo dell’eleganza maschile per eccellenza, sembra proprio stiano tornando in auge, calcando le passerelle delle griffe più prestigiose.

 
Tra gli accessori maschili, soliti a cadere nel dimenticatoio e introvabili come alcune celeberrime figurine della Panini, i gemelli resuscitano ma si rinnovano, anche. Come? Portando con loro un inaspettato tocco d’ironia!
 
Ometti, preparate, dunque, per questa estate e, ve lo assicuriamo noi, anche per l'autunno-inverno 2014! Già ma camicie di che tipo? E per quali gemelli? Ecco le risposte nella piccola lista di "perle da sapere" secondo noi. Volete sfoggiare i gemelli, come alterego dei gioielli Tiffany o delle pietre preziose indossate del gentil sesso? Allora sappiate che:

a) le camicie devono essere “alla francese”, dette anche alla “moschettiere”: ovvero dotate di un doppio polsino, più lungo e rigido, ripiegato su se stesso, ovviamente con asole prive di bottone, in modo da consentire l’aggancio degli elegantissimi accessori;
 
Gemelli Lanvin
b) la nuova moda dei gemelli ne propone di svariati tipi, a seconda dell’occasione ma anche per esprimere uno stato d’animo particolare. Tant’è che Alexander McQueen li propone "Skull", a forma di teschio in versione ottone o dorata e persino smaltati (in foto, da 75 euro); mentre altri marchi come Dior, Dolce e Gabbana e Cartier giocano sulla preziosità dei materiali - non solo argento, ma soprattutto oro bianco e rosso, Lanvin col quarzo (giusto quei 245 euro dei quali non sapevamo che farcene!);
 
Gemelli Asos
c) regola assolutamente da rispettare è quella degli accostamenti: pensavate mica fosse un problema esclusivamente femminile? Beh, cari nostri maschietti dovete stare attenti, i vostri gemelli dovranno rigorosamente essere abbinati, almeno per il colore, agli altri metalli indossati, siano questi orologio o fibbia della cintura.
 
Gemelli Asos
d) vi scoraggiano i prezzi? Ma non temete, ormai anche i low cost brand si sono muniti di reinterpretazioni, a volte anche ben riuscite, dei più costosi gemelli. I migliori gemmelli, tra gli accessibili alle tasche meno panciute, sono senza dubbio quelli di ASOS, che ha lasciato galoppare la fantasia e spazia dai loghi dei supereroi come Superman e Batman(giusto per non prendersi troppo sul serio, alla modica cifra di 14 euro!) all’hamburger e patatine del Mc Donald's (vi ricorda niente la collezione di Moschino s/s 2014?), alla silouhette delle pin-up per i provocatori (11 euro). E, vai con l'inno, anche i palloni da calcio per i tifosi di questi Mondiali 2014 (11 euro, e rete!).
 
Ecco, abbiamo finito con i suggerimenti spicci. Adesso, cari signori, speriamo vi possiate sentire liberi di indossare i vostri gemelli anche nel tempo libero, con una camicia e un paio di jeans o con un blazer o un maglioncino. Certamente, darete un tocco di classe al vostro look e non passerete inosservati: gemelli diversi dal solito (uao!) e, magari, Superman al polso (uauauao!); e chi vi ferma più?!  

giovedì 12 giugno 2014

Hot pants o... hot panz? Ciccia in libera uscita!

 Quando le lettere fanno la differenza, gente bi-utiful. L'abbiamo pensato ieri, mentre eravamo impegnate a bighellonare per la città, alla ricerca di una ispirazione. E, vi diremo, ci è sembrato che l'idea per questo post ci saltasse addosso con forza bruta. Sfrega gli occhi una volta, sfregali due; alla fine, non ce l'abbiamo fatta più. Deliberato: occorre, per la salvaguardia delle biellesi, un pezzullo sui famigerati "hot pants", che molte ragazzine - nella nostra morigerata cerchia provincialotta - stanno sfoggiando in piena libertà e totale estraneità ai canoni della ripetutamente schiaffeggiata eleganza.
 
Hot pants, abbiamo anticipato. Eh sì, proprio loro, i parenti poveri degli shorts. Pantaloncini ancora più micro, sgambati al punto da lasciare in vista sederini e sederoni. E qui, i nostri occhi hanno avuto seria difficoltà nel mettere a fuoco gli oggetti non identificati: i glutei al vento. Non ammiccanti, come erano soliti fare sotto gli shorts, o avvolti, sottovuoto, nei buoni vecchi leggings. No! Glutei scoperti in pieno pomeriggio, nessun segno di sabbia o ombrelloni a far loro da cornice.
 
Dunque, care biellesi, urge la nostra raccomandazione. Shorts sì, hot pants no. Perché se già gli shorts sono pantaloncini che lasciano a nudo le gambe in tutta la loro lunghezza e vanno trattati con le pinze, gli hot pants non si differenziano da una brasiliana. Ma, e qui speriamo che nessuna ci prenda mai in parola, passeggereste mica in micro-bikini all'Esselunga? E allora per quale biechissima ragione farlo calandosi nelle striminzite stoffe degli hot pants?
 
Si chiama "il nude da evitare in città". La moda con la M maiuscola l'ha teorizzato da tempo, ma sembra che le alte temperature sciolgano anche lo stile. Invece no, gente bi-utiful, è proprio nel periodo estivo che gli abiti vanno portati con grazia. Le pin-up sono roba vecchia (sbuffiamo tutte assieme, su!).
 
A dirla tutta, gli hot pants sono una trovata altrettanto stagionata. Se ne parlava ai tempi d'oro di Kylie Minogue o Rihanna, quando furono rilanciati da Balmain e Versace ad esempio. Oggi, in cui tutto ciò che è mignon rima con fashion (e già la rima è pacchiana, notate!), li si riscopre così, in due versioni abominevoli:
 
a) con i tacchi (l'effetto cubista è garantito);
 
La pubblicità firmata da
Oliviero Toscani
b) con canotte e top a pancia in vista (il principio dello scoprire una parte e coprire il resto va a farsi benedire, fate ciao ciao!).
 
Eppure, è il c) che più ci tormenta. Il punto è il seguente: molte ragazze indossano gli hot pants senza considerare lo spettacolo che da essi deriva. I sederini o pomodorini ciliegini di certo non stanno male, ma fanno paninara. I sederoni o mozzarelle di bufala campana si comprimono e allungano effetto spugna, buchi adiposi compresi. In questo caso, fanno panino.
 
Ohibò, questo spettacolo di ciccia e natiche in libera uscita non  risparmia neppure il giro vita. Gli hot pants sacrificati in corpi "mordibi", sembrano provocare: "Panzettina, straborda innocente, non essere da meno!".
 
Insomma, vi siete chieste se siano veri alleati? No, non lo sono. Sono i vostri nemici numero uno. Lo prova quella pubblicità che nel 1973 ha lanciato Oliviero Toscani, mago della provocazione. Eccola, qui in foto, con protagonisti proprio loro, i micro jeans Jesus Bonn. Fu scandalo il: "Chi mi ama mi segua". Forse diede fastidio più la frase che il capo in sè. E voi, sareste d'accordo con il "chi mi ama mi segua", visto che i pedinamenti, hot pants su, sono garantiti? Pensateci, e al massimo voltatevi con una certa regolarità: chi vi potrebbe seguire, potrebbe anche non piacervi...
 
  

domenica 8 giugno 2014

Ai biellesi piace "piuffare"...

 Guardatelo bene, perché potrebbe capitare che, un giorno non molto lontano, sia Lui a puntare il suo occhietto malefico contro di voi. E a sparare. Sì perché, cari nostri lettori, in questo post vi vogliamo raccontare di una moda che circola di casa in casa, qui a Biella, e che non ci ha soltanto meravigliate, ma - dita sul cuore! - inquietate.

Lui è l'Air Wick Freshmatic Max, uno di quei prodotti casalinghi che la gente piazza in bagno come in salotto o in cucina per profumare gli ambienti. Fin qui, direte voi, nulla di stupefacente. Ebbene, in realtà, abbiamo appurato che questi piccoli diabolici marchingegni sono dotati di vita propria e pare, almeno a noi, che mossi da gelosia verso i padroni di casa ce la mettano tutta per infastidire gli ospiti.

Ricordiamo bene, il primo inaspettato assalto. Stavamo chiacchierando amabilmente nel salotto di una nostra amica e... piuffffff, con un colpo secco l'Air Wick ci ha fatto sobbalzare. "Sarà stato il cane, poco abituato al bon ton?", ci siamo chieste. Niente di più lontano dalla verità: se non fosse stato, infatti, per altri due piufffff forti, chiari e consecutivi, il povero Lucky sarebbe stato insignito della palma di "puzzone seriale". Invece, di fronte al nostro spaesamento e alle nostre testoline che - naso all'insù - vagavano alla ricerca di una risposta all'interrogativo (manco la fonte dei rumoretti in corso pendesse dal soffitto), ecco che l'amica piufffffosa a sorpresa ci indica Lui, lo spray automatico.

Lo stesso ci è capitato nella cucina di un amico, dove l'Air Wick ammiccava provocatore dalla mensola della cappa. E così nel bagno di una amica: mentre una di noi si stava sciacquando le mani è stata congedata da un irriverente piuffff, come a dirle: "Smamma!". Dicevamo che il simpaticone ha vita propria e ve lo proviamo: fa il suo lindo mestiere fino a 60 giorni, senza interruzioni. Questo perché, nel suo corpicino plastificato, va inserita la ricarica spray e un'unità a pile che inizierà a sprigionare aromi a intervalli di tempo regolari e secondi diverse intensità a scelta. I più diffusi sono bianchi, ma gli agguerriti sono tinta legno e si confondono ancora meglio su mobili e scaffali.

Quale comodità! Lo state pensando, eh? In parte, gente bi-utiful: in tutte e tre le situazioni il nostro cuoricino ha subito un vero e proprio arresto. D'altronde, gli sbuffi dell'Air Wick Freshmatic Max (sì, proprio lui!) sono tutt'altro che discreti e, quel che è peggio, vengono di solito direzionati in posizione strategica tanto che si corre il rischio di finire sulla loro traettoria e farsi avvolgere dalla loro fragrante nuvoletta.

Personalmente, preferiamo ben altri profumi, ma soprattutto vorremmo rilassarci in santa pace. Possiamo temere la presenza nascosta di un Air Wick a ogni angolo? Cari biellesi, ripensate alla deodorazione dei vostri ambienti, vi preghiamo caldamente! Altrimenti rischiate di avere sulla coscienza i vostri ospiti, qualche animale domestico e la vostra libertà di scelta: va bene uno spuzzzz quando lo decidete voi, perché non continuare così anche con i piuffff? :P   

venerdì 6 giugno 2014

Non ti vedo, non ti chiamo... ma ti parlo!

 "Ciao bella (sospiro)... Come stai? (pausa). Ti va di prendere un caffè, uno di questi giorni? (tono impostato di chi non deve chiedere mai, ma qui sta chiedendo)".

 
Si fosse trattato di un sms sarebbe stato indolore. Invece no, gente bi-utiful: la richiesta passa attraverso la voce del diretto interessato!
Alzi la mano chi ha ricevuto, almeno una volta, un "messaggio vocale". E non intendiamo quello lasciato vegetare nella segreteria telefonica (orrore, ormai è cosi fuori moda, se mai lo fosse stato...!), ma parliamo dell'opzione di WhatsApp lanciata almeno un annetto fa e che sta prendendo piede, almeno nel Biellese, in questi mesi.
 
Una trovata che consente di lasciare un messaggio audio, non troppo lungo, registrando direttamente la propria voce. A questo si aggiunge la possibilità di inviare ad amici, fidanzati e parenti canzoni a scelta. Ma veniamo al punto: cosa ne pensiamo noi di B B Blog? Arrotondiamo la punta della nostra lancia, sovente acuminata: nulla da dire sull’aggiunta dell’opzione audio, quasi quasi ci sentiamo di ringraziare WhatsApp, ma francamente non ci aspettavamo un utilizzo così smodato di questo strumento.
 
Ad oggi la gente non chiama più per disdire l’appuntamento dall’estetista o scusarsi con un amico per il ritardo, no cari nostri, oggi se volete essere trendy e tecnologici dovete mandare un audio. Siete una voce registrata, dunque alla moda. E cosa si ricaverebbe da questa spersonalizzazione della comunicazione più intima?
 
Qualcuno aggroviglia giustificazioni, sostenendo che in fondo è più semplice che scrivere, non ci si distrae troppo alla guida, è una pratica immediata, come e più di una telefonata, ma soprattutto è gratis!
 
La mania vocale ormai impazza tra i giovani e non, ti giri e scopri persone che sentenziano via chat. Un bla bla che non vuole risposta, se non a spot. Ogni scusa è buona per registrare un audio, addirittura (lo abbiamo visto fare) mandare una pernacchia all'amico simpaticone, fare gli auguri di compleanno (cosa tra l’altro carinissima ma, suvvia, personalità zero). Out! Ormai la telefonata è fuori discussione. In molti ammettono di non voler disturbare, ma al posto del freddo sms preferiscono lasciare un messaggio più confidenziale.
 
Pur riconoscendo la bontà delle intenzioni ci sono, poi, dei problemini tecnici: innanzitutto si deve avere del tempo per ascoltare il messaggio, essere soli (o che almeno il capo non ci colga sul fatto) e prestare attenzione; già, perché nel vocale si colgono svariate sfumature come l’umore, l’ansia, la dolcezza o il disappunto, indizi utili per cogliere significati che un testo scritto spesso nasconde.
 
Personalmente , noi di B B Blog siamo state assorbite da questo turbinio di voci solo di recente. Una di noi ha ricevuto un audio strappalacrime dall’ex, che diceva di pensarla ancora e che voleva vederla: sicuramente l’audio è stata un’arma vincente (funziona ex, a meno che non abbiate la voce di Paperino, nel qual caso almeno una risata ce l'avreste strappata!). Poi, è stata la volta degli insulti di un’amica (ecco gli svantaggi della confidenza), per l’inguaribile ritardo di una di noi a un appuntamento, per non parlare dell’uso spasmodico finalizzato al corteggiamento, come anticipato in apertura al post.
 
Davvero un messaggio vocale può essere utile? Scusate, amici tecnologici, ma vogliamo sventolare la nostra perplessità: in certi contesti, questi audio sono un pochino imbarazzanti. Molti sembrano agitati, si impostano l'ugola per fare scena inconsapevoli che la voce è un dono, spesso di pochi. E poi e poi, quanti ne vediamo aspettare la risposta desiderata o attaccarsi allo schermo perché il sì o il no non si sentono (ah sì, il messaggio vocale, per favore, usatelo con gli auricolari, altrimenti siete da bavaglio!).
 
Insomma, il tempo sarà anche denaro, ma la bella figura è oro: non cincischiate con i gargarismi, per far sembrare la vostra voce profonda e rassicurante, ma alzate la cornetta. Che la risposta vi aspetta!

giovedì 5 giugno 2014

E' Caccia (al Tesoro) grossa!

La locandina dell'evento
 Ve lo avevamo anticipato in un post precedente, ma adesso siamo agli sgoccioli. Ebbene sì, gente bi-utiful, la 7ima edizione della Caccia al Tesoro con degustazione alcolica (che poi non è mai un solo assaggino, vero?!) è ormai alle porte. Mancano due giorni al 7 giugno! Entusiasti? Noi di B B Blog da non star nella pelle, tant’è che le la bionda e la mora quest’anno hanno deciso di partecipare! Dopo tanto sentirne parlare in giro, era doveroso far rientrare la Caccia al Tesoro di Biella  nella nostra lista delle “have to do”. E, vi anticipiamo, saremo molto fashion, a prova di gavettoni, farina, pittura, uova e quant'altro!
 
Ma riassumiamo un po’ il tutto. La Caccia ha la sua identità: ogni anno partecipano almeno una 70ina di squadre da 5 componenti l’una (350 cacciatori in totale, da brivido!), un capitano per ognuna, e, cosa molto importante, ogni squadra deve avere la propria divisa: già, perché è condizione necessaria scovare un tema o essere travestiti. Si sono visti negli anni Power Rangers, gangster, casalinghe disperate o allegre, e tanti tanti altri. Questo perché - e noi saremo curiose di vedervi in maschera! -  al miglior vestito verrà assegnato un premio. Impresa per nulla facile da compiersi, visto che verranno considerati soprattutto i dettagli, la personalizzazione e l'originalità delle divise. Tanto che l’anno scorso il premio è stato assegnato al Caffè Galileo, che aveva mandato in rappresentanza una schiera di "poppanti" e messo in carrozzina uno di loro, con relativo pannolone e ciuccio. Bravi, così si fa! Manterranno il titolo i Galileiani?
 
L’originalità investe anche i nomi dei vari gruppi partecipanti, alcuni quest'anno addirittura propongono riferimenti pseudo-culturali o cinematografici: vi anticipiamo le “Monache di sbronza” e le “Non scappo e mi sposo".
 
Finalmente potremo vedere un po’ di stravaganza e buon umore scorrere per le strade della città, per una serata che si pronostica, come sempre del resto, l’evento dell’anno. Le iscrizioni sono ancora aperte (sebbene il sold out sia molto vicino, dicono gli organizzatori: ufficialmente c'è tempo fino a stasera, 5 giugno). Le squadre, ognuna con il proprio nome di battaglia, saranno pronte alla competizione pedestre tra gli svariati locali biellesi, cercando di rispondere in modo corretto (assaggi e frenesia permettendo) a quiz e domande. In molti affrontano la caccia con impegno e dedizione, provvisti addirittura di cocktail fai-da-te, che possano fungere da carburante speciale (morigerati!), ovviamente da condividere coi compagni ma anche con eventuali nuove conoscenze. Lo spirito di sacrificio è un’ulteriore qualità che i gruppi dovranno possedere, le prove speciali in passato hanno già mietuto vittime coi loro gavettoni, uova nelle mutande e torte in faccia.
 
Novità? Indiscrezioni sulle prove non vogliamo darvene (ci stanno tenendo alla larga, per la verità!), ma abbiamo saputo che ci saranno almeno 15 domande e una quindicina di test pratici. Sicuro è il cambio di location: la premiazione e i relativi festeggiamenti si terranno al Road Runner, mentre il ritrovo dei partecipanti e la partenza all’Hemingway, come tradizione. 

In occasione di un compleanno, gli auguri saranno fatti "in modo speciale" e verranno coinvolti tutti i presenti... Venire per credere! ;)
 
Sicuramente ci aspettano tantissime sorprese, noi di B B Blog consigliamo a tutti di dotarsi di scarpe comode e di tanto buon umore, siate socievoli senza esagerare. Noi, da parte nostra, saremo pronte a stilare una lista dei "meglio vestiti". Perché scenderemo in campo, è d'obbligo, con stile. Abbiamo la moda dalla nostra: ci vediamo alla Caccia!

Di corda o sughero, non importa: Espadrill...iamo!

Jimmy Choo 2014
Zeppe in pizzo nude
 Dai Pirenei alle spiagge, e non solo. Cari lettori di B B Blog, probabilmente le conoscete da tempo, ma noi vi diciamo che mai come in questa primavera-estate 2014 spopoleranno. Di giorno e di notte, sul lungomare come sull’asfalto cittadino. Sono le Espadrillas!
Gironzolando tra i negozi biellesi, ne abbiamo trovate diverse: modelli per tutte le tasche, che vanno mediamente da 9,99 euro a 49 circa, per poi salire. Insomma una forbice ragionevole, per un sfizio di stagione. Ma cosa ci piace delle Espadrillas quest’anno?
Ebbene, griffe e brand low cost ne hanno prodotto due versioni: basse, ovvero sandali, e alte, ovvero con vertiginose zeppe. In più, le nuove Espadrillas sfoggiano colori e stampe in libertà, basta lasciarsi ispirare. Siete curiosi? Ve ne diamo alcuni esempi:
 
 a) le zeppe in corda anni Settanta della collezione prefall 2014 di Jimmy Choo: il luxury brand è ormai avezzo a rivalutare la zeppa civettuola (una bomba la collezione del 2012, ancora ce la ricordiamo!). Noi vi segnaliamo il pizzo (nero o nude), assolutamente chic! 
SJP per Manolo Blahnik

b) sulle zeppe si è lanciata, nella sua ricca proposta elaborata per Manolo Blahnik, anche la Carrie di “Sex and The City”, Sarah Jessica Parker: ecco la sua SJP Leslie Espradille Sandal, che sfiora i 200 euro, vi avvertiamo!


c) Michael Kors, invece, punta sulla zeppa in sughero e, in particolare, su colori caldi come marrone e senape. E questa potrebbe essere la soluzione sobria, che salva più abbinamenti! Il particolare: MK restringe la zeppa evidenziando il tacco.
 

Michael Kors 2014
Non sono da meno Desigual con i suoi cinturini alla caviglia, Dolce&Gabbana che applica gioielli in punta o Zara Trafaluc, con versioni più economiche. Insomma, che vi possiate o meno permettere scarpe costose come quelle proposte, è l’idea che conta, biellesi: cercate, cercate, cercate le zeppe!

Hermès 2014
Espadrillas basse da uomo
 
E voi ragazzi! La corda quest'anno è anche per i maschietti! Chi tra voi è più modaiolo, può andare sulle Espadrillas basse, quelle che le fanciulle possono abbinare tutti i giorni a shorts e magliette. Mica male le Hermès in tela di cotone argilla e blu: valgono oltre 350 euro, quindi vi raccomandiamo anche soltanto di prendere spunto. Basta l’idea, basta siano Espadrillas!