Sapete, cari lettori, a volte ci chiediamo se le disgrazie non ci stiano arrivando mai sole, dacché abbiamo aperto questo blog. Perché, vedete, sempre più spesso non riusciamo a credere a ciò che ci capita fuori dalla stanza magica di B B Blog.
Eppure, giurin giuretta!, vi assicuriamo che quanto leggerete di seguito è la pura e semplice verità. Nient'altro che la verità.
Protagonista una di noi, blogger e acchiappa-beghe a tempo pieno. La chiameremo (la metà di noi due) SVelina, perché - e il titolo vi aiuta a fare pronostici - mai neologismo sarebbe più affine al tema del post: gli "iacchettiani"... Ciapet. Altrimenti noti come glutei.
Cosa c'entrano i Ciapet della nostra SVelina? Prima di tutto, vanno localizzati. Esselunga, a Biella. Corsia per soli uomini: quella in cui gli scaffali traboccano di pezzi di ricambio, per le inesperte come noi di dubbia utilità.
SVelina si introduce nella corsia con un campione di pile da scegliere. Rovista con gli occhi di falchetto predatore tra la merce. Troppo piccole. Troppo grandi. Troppo convenienti, finirà che si scaricano subito.
Analizza e analizza, mentre cerca una soluzione, sopraggiunge un commesso, che fila a sistemare i nuovi arrivi tra lampadine di varia foggia. Ed è a lui, all'esperto all'autoctono all'ancora di salvezza del fai-da-te, che SVelina si rivolge, per avere un valido aiuto nella scelta delle pile.
Vede, ecco il campione. Sono loro? Ah, una nuova confezione da 6? Ma tu guarda! Dice, mi conviene? Allora, vada per queste pile!
La sosta davanti all'esercito di batterie si protrae per qualche minuto. Uno straccio di tempo che Qualcuno s'azzarda a sfruttare con sorprendente sfacciataggine. Immaginate la scena, lettori: SVelina e commesso rovistano tra i prodotti bisbigliando tra loro, di spalle. E quel Qualcuno che gira loro attorno in semicerchi concentrici, pronto per l'attacco.
Attacco che arriva inaspettato e osceno. Click.
Buco nell'acqua, la preda neppure percepisce il pericolo.
Bisogna riprovare. Pronti, all'attacco! Click.
Quello è il click che fa traboccare il vaso. SVelina realizza che una presenza, dietro di lei, sta impressionando la sua figura tra le immagini del cellulare. Si volta fiutando l'odore del Meschino e si trova davanti un ragazzino circa che, preso alla sprovvista, scappa a gambe levate.
Un click, e ciao! I tuoi Ciapet, SVelina, sono stati trafugati e fotografati con incredibile audacia, mista a maleducazione e faccia tosta degna di un single incallito, ormonalmente sconquassato da una letargia da andropausa.
SVelina, una volta a casa, si sfoga con il primo amico che chiama. "Un classico", commenta lui, divertito. Un classico? Cioè può dirsi tradizione che, ciò che un tempo s'impremeva nella cornea di un ragazzino/ragazzo/uomo/anzianotto, oggi viaggi su una connessione internet? Magari in condivisione su Whatsapp?
Il paparazzo in pannolino
forse ha immaginato di trovarsi a "No pant
subway ride"? Letteralmente la "corsa senza pantaloni", che si
svolge ogni anno in metropolitana in varie parti del mondo. E che in Italia (a Torino, per la precisione!), gli
ricordiamo, ha avuto luogo per ora soltanto domenica 13 gennaio 2013? (in foto)
Care biellesi, SVelina si sente di raccomandarvi attenzione: gli squali che vi studiano, circumnavigando i vostri glutei, sono in agguato. Possiate almeno voi, qualora vi capitasse di incontrarli, vendicare l'affronto subito. Fotografando lo squalo "ciapa Ciapet" e proponendogli un degno scambio: i Ciapet o il tuo onore. Quelli di SVelina saranno anonimi Ciapet, ma tu rischi di farti imprimere, caro squaletto, sulla fronte la lettera scarlatta del C.
No, C non sta per "Ciapet". Ma per quel che, in piemontese, è l'azzeccatissimo: "Ciaparat"!