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giovedì 25 dicembre 2014

Già, è Natale!

Cari lettori, 25 dicembre giorno di Natale. L'avete vista la prima neve, fuori dalla finestra? Eh no, direte voi, manco un cristallo! E non cogliete in giro uno spirito natalizio crescente; insomma non trovate che siamo tutti più buoni? Eh no, care ragazze di B B Blog, l'avete scritto voi stesse in uno degli ultimi post (questo qui), direte voi. Beh ma, almeno, l'atmosfera natalizia, così calorosa e piena di speranza, in qualche modo aleggia da via Italia agli Orsi, nel mezzo della folla agitata da spirito consumistico compulsivo tipico delle feste, non trovate? Eh, insomma, di pacchetti alla mano se ne vedono pochi, poi accendiamo la tv e al telegiornale arrivano con il servizio sul calo drastico degli acquisti, l'insoddisfazione dei commercianti, i soldi contati; e la crisi, più dell'atmosfera natalizia, è quella che si fa sentire. Direte voi. 

Arrendetevi, direte ancora voi. Il Natale non è più quello di una volta. 

Arrenderci, ne siete sicuri? Cari lettori di B B Blog, 25 dicembre giorno di Natale. I nostri auguri vanno a voi e a tutti quelli che affollano questo pianeta pieno di magagne. Perché il Natale non è ciò che vi abbiamo chiesto di descrivere nelle righe di cui sopra, ma ciò che oggi più che mai spicca sulle difficoltà che ci circondano e rischiano di farci perdere la speranza. 

Ecco, il Natale in fondo è il "nonostante tutto"; quindi, nonostante non ci sia neve quest'anno, seppure molti preferiscano l'egoismo all'altruismo, sebbene i soldi che non fanno la felicità sembrino invece condizionarla, se mancano, il Natale c'è. Sopraggiunge puntuale. E ci fa credere che troveremo qualcosa di meglio, al di là dei "sebbene".

Ecco, nonostante tutto, buon Natale, cari amici. Che la speranza e l'ottimismo siano sempre con voi.

Le vostre affezionate blogger di Bi Beautiful Blog.

lunedì 22 dicembre 2014

A Biella si appiccicano al muro!

Cari lettori, vi starete chiedendo a cosa alludiamo nel titolo di questo post. Cioè cosa, in città, si sta appiccicando al muro. Ebbene, vogliamo svelarvelo subito, complice la foto che vi mostriamo qui accanto: si tratta degli alberi di Natale, immancabili in questo periodo dell'anno. 

Gli abeti sono il simbolo della festa delle feste per eccellenza, più del presepe sovente. Li conosciamo, però, nella solita formula: veri o finti, appesantiti di palline, fiori, boa scintillanti e lucine intermittenti.  

Negli ultimi giorni, però, diverse nostre lettrici ci hanno segnalato una tendenza che, fiutiamo, prenderà piede - se non questo Natale - nei prossimi anni. Parliamo, insomma, degli alberelli "da parete", vere composizioni creative, economiche, personalizzate e felicemente poco ingombranti. In altre parole, anche a Biella - signore e signori! - sono sbarcati come creature del futuro le valide alternative alla tradizione.

Alle vostre blogger di Bi Beautiful
non sfugge nulla!
Anche noi di B B Blog, alle quali la moda va incontro spesso per puro caso, ci siamo imbattute in diverse tipologie di albero da parete. Uno lo abbiamo fotografato con il consenso della "padrona di casa", mentre sorseggiavamo un succo di mela caldo a "La Bürsch", in via Italia 41. 

L'alberello di Ilaria
Assomiglia a quello di Ilaria, l'alberello della Bürsch. Ilaria è una nostra lettrice, che ha realizzato un modello grande quanto un abete originale, utilizzando semplicemente del nastro e gommine apposite che, al momento della rimozione, non lasciano traccia sul muro (Sugli stucchi veneziani non ci pare comunque il caso di sfidare la sorte; voi che dite?). 



Morena, invece, ne ha ricevuto uno in regalo tridimensionale, fatto con legnetti incastrati uno sull'altro, a forma di cono, tridimensionale. Sui vari rami fanno bella mostra fiocchetti e decorazioni varie. Siano o no da parete, gli abeti che in questo 2014 stanno decorando con più spinta le case dei più estrosi sono veri parti di menti originali!


Per creare figure diverse, che rimandano alla classica, si possono impiegare, infatti, materiali di ogni sorta, arrivando addirittura alla pittura su muro (d'effetto ma un po' impegnativa). Rifatevi gli occhi:















1) in Rete ne abbiamo trovato uno fatto di cuscini:  














2) un altro decorato con bottoni: 







3) per i più piccoli, si usa la plastica: 












4) addirittura le grucce e i libri!



Insomma che aspettate, biellesi? Siete in tempo per prendere ispirazione e stupire i vostri ospiti con un nuovo trend della moda "fai-da-te". Allora sì che potrete dire: "Un albero così non ce l'ha nessuno!". 

sabato 20 dicembre 2014

Pin, pin, pin... pErLe!

La nostra nuova collana,
"Dettagli", via Volpi, Biella
 Avete letto il titolo di questo post e adesso vi sembra di sentire il tintinnio di tante perle che saltellano sul pavimento, vero? Ecco, qualche giorno fa sulla pagina Facebook di Bi Beautiful Blog abbiamo pubblicato la foto che trovate a fianco, anticipandovi (ma non svelandovi) quale fosse il nuovo trend che si sta affacciando sul Biellese, pronto a invaderlo a colpi di "filo". 

Sì perché il nostro ultimo acquisto, la collana in foto appunto (è di "Dettagli", negozio in via Volpi), è un po' il simbolo di questa tendenza, che celebra un accessorio da sempre icona di stile, ma troppo spesso relegato a una fascia d'età piuttosto alta. 

Parliamo, insomma, di perle, oggi più che mai determinate a conquistare i colli delle giovanissime e a spazzare via quella considerazione antipatica che serpeggia sul loro conto: "Ma no, le perle no su di te! Fanno così.. signora!".

"Ma no, ma no" lo diciamo noi, invece! L'importante, care lettrici, è che non vi osiate paragonare a icone irraggiungibili come Coco Chanel e Audrey Hepburn, perché - ve lo diciamo sempre - non è poco appropriato, è anzi assolutamente ridicolo. E noi ai nostri lettori proponiamo consigli di stile: lo stile si vede anche in questo. Per il resto, che le perle siano con voi!

Già si arrotolano a bracciali e collane e si sono appollaiate ad anelli di ogni foggia. Un annetto fa abbellivano abiti, scarpe e borse; qualcosa, però, questa primavera è cambiato: non devono più accompagnare, ma essere protagoniste. Vere o finte non importa, dipende dal vostro portafoglio.

Come? Beh, perle e tubino sono un must, eppure un must trito e ritrito. Osate (noi vi proponiamo un outfit all'ultimo grido, in foto)! La contemporanea commistione di generi le associa liberamente anche agli anfibi, ai nuovi diffusissimi Dr. Martens e alle bluse abbondanti. 

Forza, provate anche voi. Perlettiamoci tutte, e sarà un "pin pin pinnare" in tutta Biella! :)  

I magnifici 3... Cafoni!

Chi ha detto che a Natale siamo tutti più buoni? Ci stavamo pensando qualche minuto fa e davvero, cari lettori, non ci viene in mente nessun'altra fonte, se non la pubblicità di un panettone. Fonte che, essendo viziata da chiaro scopo commerciale, può permettersi di "esagerare" e lanciarsi in una campagna di evangelizzazione a tempo determinato. Giusto il mesetto, per far fuori la merce in giacenza nei magazzini. 

Già, perché a Natale si può essere buoni, ma la pratica non vale per tutti. Anzi, sembra proprio che all'incantesimo "Tana! Altruisti un po' tutti!" siano immuni proprio le persone che lavorano a contatto con il pubblico. Ovvero quegli addetti che stanno dietro a un vetro, a una cassa, a un bancone e che, per lavoro dunque per dovere, dovrebbero sorridere e rispondere a qualsiasi domanda garbatamente e che, invece, si rivolgono ai loro interlocutori (siano essi super cafoni/e o gentiluomini/gentildonne) come se avessero appena ingoiato un Habanero intero. 

Così, noi a Natale siamo come ci comportiamo durante tutto il resto dell'anno, in questo post vogliamo smascherare i più anticipati biellesi del 2014. Ovvero coloro i quali occupano il posto sbagliato, per "insufficienza di savoir faire". Eccoli, allora, i magnifici tre, veri campioni di bon ton del Biellese: 

1) il primo posto va a lei, Therry, la venditrice ambulante del mercato di piazza Falcone, che ogni lunedì arriva in città con la sua bancarella di abiti firmati. Le abbiamo dedicato un post pochi giorni fa (cliccate e leggetelo d'un fiato!);

2) il secondo posto va a un'addetta all'accoglienza dell'Esselunga, capelluta biondona, che si avvicina al bancone ancheggiando stanca e, mantenendo una smorfia di benvenuto, biascica un: "Dicaaaa" svogliato e, alla richiesta di cambiare una moneta di 2 euro in due monete da 1 o quattro da 50 centesimi, sbotta: "Guardi che per il carrello va bene anche quella da 2 euro...". Pausa che indica sdegno e superiorità di addetta all'accoglienza, appunto. E che alla risposta: "Lo sappiamo, signora. Vede, dobbiamo prendere due carrelli, non uno, infatti" si sforza di esaudire la richiesta (piuttosto modesta e innocua, non trovate?). La invitiamo, cara signora, a lanciare un'occhiata al cartello che pende sopra la sua postazione: l'area accoglienza è talmente viziata, con Lei che trasuda gentilezza da ogni poro, che ha la fragranza della flatulenza;

3) il terzo posto, infine, va a un giovane cassiere del cinema Mazzini, uno col musino alla Zac Efron, che, a una ragazza che gli chiede la possibilità di avere un ridotto e sentendosi negare la riduzione si mostra perplessa, con tono duro di saccente detentore della Verità bella e impacchettata, la svilisce (lui, 20 anni appena e lo sguardo tritatutto di uno studentello saputello) con un terribile: "Si informi". E tu, tuoniamo noi, invece di iscriverti a una qualsiasi facoltà compila il modulo e fai un bonifico al primo Corso di Galateo disponibile nelle vicinanze. Che di film cafoni ce ne arrivano a pioggia, ci manca solo il cassiere da cinepanettone!

Ve li siete segnati? Attenzione a come vi comportate con questi segugi che, appena fiutano il pericolo di dover fare uno sforzo in più, mordono rabbiosi. Voi, cari lettori e care lettrici, almeno per Natale portatevi dietro un bell'Habanero. Da lanciar loro in bocca, in caso di smascellata. Così ha fato Enea con Cerbero, e pure avvalendosi di una misera offa, focaccia di farro e miele. E ci è riuscito, l'eroe.     

giovedì 18 dicembre 2014

Ciapa Ciapet!

 Sapete, cari lettori, a volte ci chiediamo se le disgrazie non ci stiano arrivando mai sole, dacché abbiamo aperto questo blog. Perché, vedete, sempre più spesso non riusciamo a credere a ciò che ci capita fuori dalla stanza magica di B B Blog. 

 Eppure, giurin giuretta!, vi assicuriamo che quanto leggerete di seguito è la pura e semplice verità. Nient'altro che la verità. 

Protagonista una di noi, blogger e acchiappa-beghe a tempo pieno. La chiameremo (la metà di noi due) SVelina, perché - e il titolo vi aiuta a fare pronostici - mai neologismo sarebbe più affine al tema del post: gli "iacchettiani"... Ciapet. Altrimenti noti come glutei. 

Cosa c'entrano i Ciapet della nostra SVelina? Prima di tutto, vanno localizzati. Esselunga, a Biella. Corsia per soli uomini: quella in cui gli scaffali traboccano di pezzi di ricambio, per le inesperte come noi di dubbia utilità.

SVelina si introduce nella corsia con un campione di pile da scegliere. Rovista con gli occhi di falchetto predatore tra la merce. Troppo piccole. Troppo grandi. Troppo convenienti, finirà che si scaricano subito.

Analizza e analizza, mentre cerca una soluzione, sopraggiunge un commesso, che fila a sistemare i nuovi arrivi tra lampadine di varia foggia. Ed è a lui, all'esperto all'autoctono all'ancora di salvezza del fai-da-te, che SVelina si rivolge, per avere un valido aiuto nella scelta delle pile.  

Vede, ecco il campione. Sono loro? Ah, una nuova confezione da 6? Ma tu guarda! Dice, mi conviene? Allora, vada per queste pile! 

La sosta davanti all'esercito di batterie si protrae per qualche minuto. Uno straccio di tempo che Qualcuno s'azzarda a sfruttare con sorprendente sfacciataggine. Immaginate la scena, lettori: SVelina e commesso rovistano tra i prodotti bisbigliando tra loro, di spalle. E  quel Qualcuno che gira loro attorno in semicerchi concentrici, pronto per l'attacco. 

Attacco che arriva inaspettato e osceno. Click. 

Buco nell'acqua, la preda neppure percepisce il pericolo. 

Bisogna riprovare. Pronti, all'attacco! Click. 

Quello è il click che fa traboccare il vaso. SVelina realizza che una presenza, dietro di lei, sta impressionando la sua figura tra le immagini del cellulare. Si volta fiutando l'odore del Meschino e si trova davanti un ragazzino circa che, preso alla sprovvista, scappa a gambe levate. 

Un click, e ciao! I tuoi Ciapet, SVelina, sono stati trafugati e fotografati con incredibile audacia, mista a maleducazione e faccia tosta degna di un single incallito, ormonalmente sconquassato da una letargia da andropausa.

SVelina, una volta a casa, si sfoga con il primo amico che chiama. "Un classico", commenta lui, divertito. Un classico? Cioè può dirsi tradizione che, ciò che un tempo s'impremeva nella cornea di un ragazzino/ragazzo/uomo/anzianotto, oggi viaggi su una connessione internet? Magari in condivisione su Whatsapp?

Il paparazzo in pannolino forse ha immaginato di trovarsi a "No pant subway ride"? Letteralmente la "corsa senza pantaloni", che si svolge ogni anno in metropolitana in varie parti del mondo. E che in Italia (a Torino, per la precisione!), gli ricordiamo, ha avuto luogo per ora soltanto domenica 13 gennaio 2013? (in foto) 

Care biellesi, SVelina si sente di raccomandarvi attenzione: gli squali che vi studiano, circumnavigando i vostri glutei, sono in agguato. Possiate almeno voi, qualora vi capitasse di incontrarli, vendicare l'affronto subito. Fotografando lo squalo "ciapa Ciapet" e proponendogli un degno scambio: i Ciapet o il tuo onore. Quelli di SVelina saranno anonimi Ciapet, ma tu rischi di farti imprimere, caro squaletto, sulla fronte la lettera scarlatta del C. 

No, C non sta per "Ciapet". Ma per quel che, in piemontese, è l'azzeccatissimo: "Ciaparat"!   


venerdì 12 dicembre 2014

Non dormi? Conta i PaRkA...

Andava di moda due anni fa circa. E nessuno se lo ricordava più. Qualche esemplare se ne stava dimenticato, accantonato al ruolo di giaccone per alternativi, in senso aulico del termine: persona cioè di stile tutt'altro che commerciale, tipi Mod (quelli che senza jazz non si respira) o grunge (i "keep calm and love Kurt Cobain"). Finché non è arrivata Kate Moss a sfoggiarlo senza che nessuno glielo avesse domandato (e con classe anticonformista, in foto): era il 2008. S'è diffuso, ha ammiccato ancora ma non troppo sulle spalle delle gioventù elitaria. Adesso, invece, signori e signore, potete indossarlo senza sentirvi "catalogati", perché il parka non solo è tornato in auge, ma piace a tutti (e se non a tutti, a tanti).
 
A Biella, fateci caso, è un vero fiorire di parka. Tutti rigorosamente verdone, con quella forma a rombo che si chiude in due codine posteriori.
 
Ma esiste una storia di questo capo curioso? Esiste, eccome!, e comincia dagli inuit. Dai ghiacci polari e arriva fino a noi. Cappuccio di rigore, a volte con pelo cucito su, di base è un giaccone sportivo con cappuccio e fodera staccabile. Lungo fino al ginocchio, è chiuso in fondo da una coulisse, mentre sul davanti presenta zip e bottoni. La sua lunghezza standard è rimasta circa a metà coscia, mentre la palette di colori, rispetto al verde military degli inizi, si è arricchita nei toni del fango, del terra, del blu navy ma anche dei pastello e del bianco per la stagione più calda. 
 
Ne abbiamo scovato uno persino a macchie e stampato a fiori, come vuole il momento. I marchi più abbordabili come i più sofisticati propogongo varie tipologie, e ognuna ha il suo prezzo: si arriva anche agli 800 euro di Burberry. Ma ne esistono di versioni low cost, fate poi un giro da Zara, Benetton, H&M. O-line. Vale sia per l'uomo che per la donna.
 
Insomma, siete circondati, biellesi. Non vi incupite, se di parka non volete ferire e dunque perire. Potete sempre rivoltare la moltiplicazione di parka in corso, lungo via Italia, con un sano metodo: contateli. E contateli. E contateli. E... ronf... ronf... zzz...

lunedì 8 dicembre 2014

L'arpia del mercato... Indovinate: è Therry!

 Gente bi-utiful, quello che stiamo per raccontarvi oggi è uno spaccato di vita quotidiana biellese in senso stretto; infatti, la nostra "avventura" si svolge al mercato cittadino, un lunedì mattina qualunque. Bene, direte voi, e allora? Cominciamo, come sempre, per gradi: il lunedì, come molti di noi sanno, è un po' un giorno particolare per gli avventori del mercato: parecchi banchi arrivano da altre città e propongono occasioni spesso imperdibili,  con riguardo ai prezzi come alla qualità dei capi.
 
Avrete intuito che la nostra "avventura" si svolge attorno a un banco di punta per l'abbigliamento. Non stupitevi, anzi lasciatevi aggiornare, nel caso ne foste all'oscuro: grandi firme come Twin Set e Naughty Dog o Cafè Noir sbarcano il lunedì mattina in piazza Falcone per deliziare quelle che, come noi, aspettano solo di addentrarsi tra le bancarelle e nasare "il grande affare".
 
Ed eccoci lì, dicevamo, al mercato. Impegnate a guardarci attorno, alla ricerca di ciò che fa per noi. Un banco, in particolare, cattura la nostra attenzione, ci fermiamo e incominciamo a curiosare tra la mercanzia esposta, notando con stupore che la qualità dei capi è veramente buona. La nostra "dea interiore" ci guarda indossando guantoni da boxe pronta a tutto pur di soddisfare il nostro impulso di shopping appena esploso. Qualcosa, però, ci blocca: la signora che gestisce il banco, nome in codice Therry, sembra tutta intenta a sistemare le grucce dei suoi capi più costosi, che ovviamente sono appesi con cura e in bella mostra, in un angolo. Così facendo, Therry ricrea una specie di privè, quasi fossimo in una boutique très chic.
 
Cerchiamo di attirare la sua attenzione porgendole domande sulle taglie o i colori, ma... niente!: lei semplicemente ci ignora ("O magari è sorda?", la scusiamo noi), perchè tutta presa a puntare la sua prossima vittima. Come un falco con la preda, Therry non perde il contatto visivo con un gruppetto di signore in cerca di qualcosa di carino (tanto quanto noi, vogliamo specificare) e, una volta pronta, hop! parte alla carica. Incomincia a lodare i suoi capi, come diano un tocco glamour a chi li indossa, si spreca in lusinghe del tipo "Cucciola, ma ti sta benissimo!". Tutto davanti a noi, che non possiamo non pensare: "Sarebbe in grado di dirlo anche se la cliente si fosse insalamata in un sacco della spazzatura!".
 
La scenetta del corteggiamento a fini di lucro ordita da Therry prosegue senza ritegno e, alla fine, culmina con una vera e propria sboronata: uno sconto di ben 10 euro perché, a detta di Therry, "Queste ragazze sono troppo carine, indipendenti e decise!". La strategia della venditrice ci fa un po' sorridere, lo ammettiamo: cosa si è disposti a fare pur di vendere?
 
Da fashioniste quali ci consideriamo, non possiamo tollerare la sfrontatezza con cui la signora ci ha ignorate bellamente, che ci fa sentire come delle poverelle che possono solo permettersi la merce più economica. Errore, Therry, ah che errore! Un "bello sbaglio" che ricorda un po' Pretty Woman, non trovate? Avete presente il nostro pezzullo sui saldi in centro?
 
Incitate alla danza maori dei guerrieri antichi, prendiamo atto che la signora non ci considera clienti appetibili e siamo, anzi, inevitabilmente relegate alla serie B, anche al mercato. Possibile? Siamo state sotto shock e mortificate per una buona metà mattina, finché la nostra penna peperina ci ha richiamate al blog per mettere fine al "corteggiamento a fini di lucro".
 
E qui vi avvertiamo, signore e signorine biellesi. Diffidate da Therry del mercato. Da quella venditrice che, con i suoi modi cafoni, ci ha fatte sentire a disagio. "Big Huge", cara Therry. Tu non hai fatto il tuo dovere, e il tuo interesse. Noi, inevitabilmente, ce ne siamo andate. Non avrai mai i nostri soldi. E non solo: non bastano delle grucce a fare una boutique e a tenere su la merce. Serve classe in generale, Therry; a te un vero muletto per sollevare il livello del tuo savoir faire. A big mistake. Huge, huge, huge!

Ciao, Corridore Scalzo. Piacere nostro!

La foto scattata al Corridore Scalzo
e diffusa su Facebook
 Ci ha lette e contattate. Cari lettori di B B Blog, possiamo dirvi che conosciamo l'identità del Corridore Scalzo. Ma, e questo è un patto indissolubile con voi lettori, mantieniamo l'anonimato, perché così desidera e ci ha chiesto lui stesso.
 
Non si è però tirato indietro, il nostro Corridore biellese, e, nel ringraziarci per l'attenzione che gli abbiamo dedicato nel nostro passato post, ha voluto sciogliere quel nodino, quel pungolante interrogativo che tanto ci stuzzicava. Nodo relativo non - badate bene - a chi fosse, ma perché volesse allenarsi... scalzo.
 
Riportiamo, per condividere con quanti sono curiosi di sapere, ciò che ci ha scritto di suo pugno: non vogliamo sintetizzare una virgola del suo pensiero, piuttosto lasciarla "libera di correre". A voi:  

Perché vai a correre?’ mi chiese un giorno un mio amico. Avrei potuto rispondere in cento, mille modi a questa domanda. La risposta che scelsi fu: ‘Perché mentre corro mi sento libero’. Ho vissuto quasi quarant’anni della mia vita correndo per diletto (unica maratona nel 2009 per festeggiare i miei 45 anni).
Se questa passione è rimasta viva, è perché per me correre non è semplicemente sudare dentro a una maglietta ma vivere emozioni.

Libero le gambe, ascolto il mio respiro, dimentico il tempo. Mi sento libero!
Si, correre per me è libertà. Correre mi fa sentire connesso alla natura, al mondo, alla vita in tutte le sue forme.

Si realizza correndo una imprescindibile e completa armonia con la natura. Armonia che trasmette libertà. Libero come lo furono un tempo i nativi americani.


Il vecchio capo indiano siede a terra e diventa un tutt’uno con la forza di Madre Terra. Si toglie i mocassinie cammina a piedi nudi sulla Terra sacra. Si sente cullato, rafforzato e guarito.

Oggi mi sento così. Oggi ho tolto le mie scarpe. Ho di fronte ai miei occhi quel vecchio carismatico capo indiano dei Lakota Sioux, non parla, mi prende per mano e incominciamo a camminare nella prateria.


Avrei potuto argomentare la mia scelta affermando che:

  • Solo a piedi nudi si crea la connessione elettrica con il nostro pianeta che, con i suoi elettroni a carica negativa, neutralizza i radicali liberi garantendo salute e longevità.
  • Solo a piedi nudi si realizza quel radicamento, importante nelle filosofie orientali, indispensabile per mettere in contatto il nostro Qi con il Qi della terra a sua volta in contatto con il Qi del cielo. Il dolce fluire dell’energia vitale!
  • Solo a piedi nudi si garantisce salute ai nostri piedi, libera da quello che è il posto più sporco nel quale siamo soliti infilarli: le scarpe! Inoltre le calzature non sono naturali e provocano danni più o meno evidenti ai nostri piedi.
  • Solo a piedi nudi raggiungiamo una corretta postura che dalla volta plantare interessa la caviglia, il ginocchio e tutta la schiena.
     
Sono tutte verità riconducibili a questa pratica per qualcuno alquanto bizzarra: lo scalzismo o barefooting. Ne fanno una vera ricetta di salute e benessere, ma quello che mi spinge a togliere le scarpe è la libertà che provo.
La terra sotto i miei piedi purifica l’anima e mi rende…
Libero.
 
Non sappiamo voi, ma a noi sembra di averlo in qualche modo incrociato. Anche se non era scalzo, a correre sull'asfalto di prima mattina. Anche se noi non eravamo in macchina. Anche se già lo conoscevamo. Una cosa, comunque, è sicuramente successa: ci siamo incontrati, e certamente sorrisi.

giovedì 4 dicembre 2014

Quando i Re Magi anticipano e "rispolverano" vecchi doni...

 Sapete, no? Siamo in periodo natalizio. E, quando di mezzo si mette il Natale, una spolverata è d'obbligo. Anche nelle abitudini, o negli scherzetti.
Pensateci, in fondo è la stessa cosa: saliamo in soffitta a recuperare il finto abete spelacchiato che trasciniamo di sotto ogni dicembre. O ci presentiamo a comprarne uno vero borbottando che, l'anno prossimo, "se ne prende uno di plastica, e la facciamo finita con questa storia!". Ma ogni Santo Natale che si rispetti finiamo lì, a confrontare prezzi e dimensioni. Poi, una volta agguantato l'albero, diventiamo matti a cercare la scatola delle palline, quella che "fai attenzione: se ti cade, vanno tutte in mille pezzi!". Per non parlare del presepe e delle sue statuine con il naso sbeccato e del virulento muschio, tanto rinsecchito da essere ormai simile al pagliericcio. "Ma dove abbiamo messo le pecorelle? Dove?", ve lo siete già chiesto? E dove saranno i Re Magi, vi siete già arrovellati? Quelli - è assodato - se la filano sempre appena possono, con l'oro, l'incenso e la mirra.
 
Ebbene, cari lettori, è Natale e vanno rispolverati, con l'Abete&Co., anche le abitudini o gli scherzetti, dicevamo. Su Facebook sta accadendo proprio così: c'è stato una volta Pinibook (ricordate? ecco il nostro vecchio post), a dicembre 2014 invece troviamo pseudo Re Magi che, prima del tempo, postano "dolci" pensierini sui propri amici. Notiziole golose, che citano persone con tanto di nome e cognome. Ree di averne combinata una che, sotto Natale tra l'altro, potevano proprio risparmiarsi (avvertenza: qualcuno starà al gioco, qualcun altro no: è Natale, suvvia!).
 
Volete sapere di quali notizie si tratta? Al momento, ne abbiamo intercettate alcune, condivise a Biella e dintorni. C'è chi "finge il decesso per sfuggire alla spunta blu di Whatsapp" (niente da dire, stanno sul pezzo!). Chi si è beccato una "multa da 10.000 euro per aver cantato canzoni di Gigi D'Alessio in pubblico" (de gustibus!). Chi mente, dicendo: "Sono un agente segreto" e poi "ruba un'ambulanza con due pazienti a bordo" (per mitomani!). Chi addirittura "morde l'impiegata postale" (della serie, quando ce vò ce vò!). Fino agli spericolati che, in centro città, si danno alla "folle corsa in auto a 220 chilometri all'ora" e che sono stati puniti con l'obbligo dei 30, i tapini.  
 
La fonte delle notizie è newsvirali.com (sulla pagina Facebook vi farete qualche risata, ci sono idee pronte all'uso), per chi tra voi lettori bi-utiful fosse spinto da raptus natalizio casalinghitudinario. Altrimenti noto come operazione di recupero, messa in sicurezza e districamento dei fili di lucine per l'addobbo. O più semplicemente: rispolverata di vecchi ninnoli e tranelli. In caso contrario (cioè che preferiste lasciare gli scherzi ad altri), sappiate che i ninnoli vi aspettano: avremo bisogno di voi e della vostra efficienza per affrontare la nuvola di polvere che se ne sta quieta sul nostro albero e sul presepe, ancora dimenticati in soffitta. Ma che diciamo: tempo di Avvento tempo di polvere, sì. Ma di stelle. E cadenti (Re magi, dove andate? Nella scatola, forza!).